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Lospinuso (PdL): “Mazzarano ‘di lotta e di governo’”

Non può non dispiacere, ma anche preoccupare, che il collega Mazzarano ‘non comprenda’praticamente nulla della questione dell’ampliamento del termovalorizzatore di Massafra.
Non sarebbe, purtroppo, la prima volta: in precedenza non aveva compreso che stavano per chiudergli l’Ospedale del suo Paese e che la sua Provincia era destinata –tanto per cambiare- al ruolo della ‘cornuta e mazziata’ nei tagli alla sanità fino all’ultima presa per i fondelli che escludeva ogni ulteriore sottrazione di posti-letto, quando ne è in arrivo invece un altro salasso in numero di 80.
A me invece pare di aver compreso che stia attuando – in combutta con gli organi politici e tecnici delle Amministrazioni del suo stesso colore politico – uno spudorato gioco delle ‘tre carte’, in modo da occupare sullo stesso tema – secondo un’antica tecnica che da Lenin è passata a Togliatti e da questi ai suoi eredi – le posizioni sia ‘di lotta’ che ‘di governo’.
Certo è che il progetto in questione è stato approvato dalla Provincia, dalla Regione, dalla ASL ed anche – ma lui, forse perché ‘non comprende’, non se n’è accorto – dall’ARPA nel parere che ha concluso la vicenda, il terzo, che fa riferimento alle prescrizioni. Tutte guidate dalla coalizione di Mazzarano.
Ma forse il caro Collega ‘non comprende’ nemmeno perché Vendola ha bloccato la realizzazione dei tre termovalorizzatori pubblici previsti dal precedente piano-Fitto sui rifiuti, per cui oggi i soli a poter chiudere il ciclo di smaltimento sono gli impianti privati, con il risultato di rendere ancor più insostituibili ed insufficienti quelli esistenti e determinare la necessità di loro adeguati ampliamenti.
Di qui il progetto di Massafra, che è irresponsabile boicottare per di più in giorni in cui si manifesta- questa volta dal Sud-Est barese – una nuova emergenza. Ma forse non si può pretendere che il Collega Mazzarano lo comprenda.
O, visto che scemo non è, che non colga l’occasione per una sparata demagogica a buon mercato, alla bella faccia della coerenza. Per lucrare cinicamente qualche voto, salvo magari poi, puntualmente, tradirlo. Tant’è che si era ben guardato dall’intervenire quando la questione si è proposta o mentre procedeva in una lunga trafila di tavoli tecnici e politici, con cui poteva e doveva interloquire”.

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