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Mafia , Mantovano: eliminare la norma che limita i risarcimenti alle vittime della mafia

Dopo la grande quantità di celebrazioni “antimafia”, in occasione del ventennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, il primo provvedimento normativo che, su impulso del Governo, il Parlamento si appresta a varare in questa materia rende più limitato e più complicato il risarcimento per le vittime della mafia e per chi denuncia il racket. L’articolo 5 di un decreto legge che riguarda tutt’altra materia – i Vigili del fuoco – e chela Camerasta per votare, stabilisce infatti, al termine di ogni esercizio finanziario, la restituzione al Ministero dell’Economia delle somme del Fondo per le vittime della mafia e del racket che si siano “rese disponibili”. E’ una norma che ha una sua logica in altre materie: non in questa, che conosce istruttorie lunghe e complesse, collegate con l’autorità giudiziaria e spesso con perizie non brevi per quantificare i danni. Il che significa che quanto si rende disponibile al termine di un esercizio finanziario è essenziale perché può integrare le necessità dell’esercizio finanziario successivo, quando le istruttorie vengono completate. Confermare questa norma vuol dire ritardare o limitare l’entità dei risarcimenti per persone che hanno sofferto più di altre la violenza e la sopraffazione: vuol dire cioè negare nei fatti quei richiami all’antimafia ascoltati fino a poche ore fa.

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