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Mantovano: Ilva è questione nazionale, e decreto del Governo non è assistenzialismo

Non condivido le dichiarazioni di esponenti della Lega sul presunto “razzismo” antinordista del Governo a causa del decreto legge sull’Ilva, oggi all’esame della Camera, che esprimerebbe assistenzialismo verso il Sud. Tutti sanno che la questione Ilva è questione nazionale, non del Sud o del Nord: in sé, per il numero di lavoratori occupati, per l’estensione dello stabilimento di Taranto e per la capacità produttiva; e poi perchè, come tutti sanno, la fine dell’Ilva a Taranto coinciderebbe con la fine dell’industria italiana dell’acciaio, avendo ripercussioni anche sulle lavorazioni del Nord, a cominciare da Genova. Ma è questione nazionale, soprattutto per le ricadute di natura ambientale, all’origine della crisi attuale, che sarebbe fuor di luogo ritenere faccenda limitata a qualche quartiere di Taranto, e non tale da interessa l’intera comunità nazionale. Né vale l’appunto di assistenzialismo, perchè le risorse finanziarie messe a disposizione dal decreto in realtà già c’erano e sono finalizzate alla bonifica di Tamburi e di Statte, non a interventi nell’area dell’Ilva (cosa che accadrà dopo il rilascio dell’AIA). Piuttosto, se si vuol dire qualcosa al Governo è che non tardi ancora nella nomina del Commissario straordinario che dovrà coordinare le bonifiche: è trascorso un mese dal varo del decreto, e la nomina ancora non c’è. L’augurio è che il Commissario venga individuato subito, con un profilo di competenza e di disponibilità a lavorare immediatamente (e quindi che non sia scelto fra chi ha già incarichi impegnativi, che possano far dubitare della serietà del suo lavoro).

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