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Morgante: “A Lecce la legge di riordino delle funzioni tra Province e Regione applicata con disinvoltura”

“Il contenuto dell’audizione odierna in VII Commissione della rappresentante sindacale e dipendente della Provincia di Lecce, esclusa insieme a quattro suoi colleghi – cui va tutta la solidarietà del gruppo di Area Popolare – dalle procedure di assorbimento nei ruoli regionali che diventerà effettivo dal prossimo 1 agosto, con conseguente reinserimento nel portale nazionale per la mobilità del Dipartimento della Funzione pubblica, è stato sconcertante. Per la disinvoltura con la quale l’amministrazione provinciale di Lecce sembra avere liberamente applicato la legge approvata nell’Aula consiliare lo scorso 10 maggio, che ha completato la precedente Legge n. 31 del 30 ottobre 2015 di riordino delle funzioni tra Province e Regioni (dando concreta attuazione al Decreto Delrio), mirata appunto all’assorbimento dei dipendenti impegnati nei contenitori culturali e nel turismo in particolare. Abbiamo appreso di una sorta di graduatoria interna (non prevista da alcuna normativa) dei dipendenti stessi; di personale inserito, escluso e reimmesso nel portale nazionale per la mobilità, e quindi di un elenco presentato alla Regione Puglia che non ha tenuto conto alla fine di quei cinque dipendenti finiti in sovrannumero, e per i quali allo stato attuale mancherebbe la copertura finanziaria per un eventuale assorbimento. Per questo prima di cercare (e auspicabilmente trovare) una soluzione concreta per non stravolgere il futuro e non calpestare la dignità di cinque famiglie, è necessario che l’intera giunta – e non il solo assessore al personale e vicepresidente, Antonio Nunziante, presente nella seduta odierna – sia messa al corrente di quanto è accaduto (e questo avverrà con la trasmissione della sintesi dell’audizione), affinché accerti le cause di un cortocircuito istituzionale che rischia di alimentare spiacevoli e deprecabili iniquità, che con l’approvazione della legge in Consiglio – peraltro con il nostro voto favorevole – non ci saremmo certo sognati di avallare”./

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