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NARDO’: “IL GIARDINO DELLA MEMORIA NON SI TOCCA, ANZI SARÀ VALORIZZATO”

Al contrattacco il sindaco Mellone che parla di interessi privati ed elettorali

“Il Giardino della Memoria non corre pericoli e il progetto del mini-terminal a servizio dell’idroscalo non confligge con quello che si appresta a diventare un luogo simbolo delle vicende dell’accoglienza. Il Comune di Nardò non solo non vuole distruggere il Giardino, ma lo valorizzerà”. Così il sindaco Pippi Mellone fa luce sul caso sollevato da una ingiustificata presa di posizione del professore Pierluigi Congedo, che da mesi sostiene che la realizzazione del terminal porterà alla cancellazione del Giardino della Memoria a Santa Maria al Bagno.

“Compatibilmente con il piano comunale delle coste – spiega il primo cittadino – il sito è stato individuato per l’attuazione del progetto Swan, che prevede la realizzazione a Santa Maria al Bagno di un punto di attracco per idrovolante, con l’impiego di manufatti di tipo precario, ecocompatibili e montati senza cemento: un piccolo pontile a mare, pedane in legno e manufatti di servizio per complessivi 85 metri quadri. Se chi oggi si dispera guardasse le carte di progetto, prenderebbe atto che questo è un intervento di riqualificazione per tutta l’area, che impegna solo una minima parte del Giardino senza menomarne l’uso. Il progetto, che non è l’aeroporto di Malpensa, garantirà una centralità strategica per la marina e riguarda un’opera che si è meritato il finanziamento perché ecocompatibile e rispettosa dei luoghi (anche perché rinaturalizzerà le aree circostanti). Nello specifico conferirà al Giardino della Memoria una visibilità che non ha mai avuto, cioè la possibilità di essere valorizzato finalmente nel suo significato. Una valorizzazione vera, non casuale. Da luogo sostanzialmente “invisibile” – anche alla Soprintendenza, cui “non risultano atti riguardanti la creazione e la legittimazione del sito” – diventerà centrale, avrà consistenza formale nel rispetto delle leggi, in qualche modo protetto e alla portata delle centinaia di persone che usufruiranno del terminal. Il Giardino della Memoria oggi è un’opera spontanea, realizzata in memoria di un rapporto tra privati, ma è un’idea interessante e nelle nostre intenzioni diventerà un luogo d’incontro tra comunità. In più, sarà finalmente pulito e curato periodicamente.

Infatti, il punto di attracco ha una funzione di ponte, materiale e ideale, tra paesi posti su sponde diverse del Mediterraneo, e quindi migliore collocazione non può trovare che nel luogo che celebra le virtù dell’Accoglienza. La struttura è funzionale anche alla valorizzazione del vicino Museo della Memoria e dell’Accoglienza, sul quale la mia amministrazione ha scelto di investire 130 mila euro per la riqualificazione e altri 33 mila per la salvaguardia dei murales. Chi non vede il legame è ignorante oppure fa finta di niente. E alla fine dei conti al Giardino avremo dato noi dignità, non chi lo ha tenuto per anni nello schifo.

                Il punto cruciale della questione, però – contrattacca Pippi Mellone – non ha nulla a che vedere con l’Accoglienza, della quale noi abbiamo rinnovato la tradizione con 1 milione e mezzo di euro spesi per la foresteria per lavoratori migranti di Boncuri dalla Regione Puglia con il supporto determinante della mia amministrazione (mentre altri stavano coltivando da anni quella dell’ospitalità a cielo aperto). Il signor Congedo, cui il Comune di Nardò ha sempre fornito supporto (anche economico), documenti e uffici, banalmente oggi difende un interesse privatissimo: il panorama della sua bella casa vista mare, che lui evidentemente ritiene possa essere minacciato da qualcosa di diverso dal Giardino della Memoria. Senza che abbia fatto nemmeno lo sforzo di leggersi le carte, ma imbastendo tutta questa, inutile e grottesca gran cassa di politici amici e giornali a servizio della causa. Politici che oggi si imbellettano per sfilare a Santa Maria al Bagno, strumentalizzando a fini elettorali una vicenda legata a eventi tragici e dolorosi, che sarebbe seria senza queste vergognose passerelle. L’obiettivo non è la difesa del Giardino della Memoria, per cui negli anni non è stato mosso un dito, un euro di spesa o un minuto di attenzione, ma rinforzare la narrazione anti-Mellone e anti-Emiliano con gente come Scalfarotto che non conosce il territorio e non ha mai messo piede a Nardò ed ex sindaci che mentre sorridono al candidato presidente di Renzi e Calenda, hanno già chiuso accordi con Fitto. Insomma, interessi privati e patti elettorali che convergono contro un uomo come Emiliano, che si è schierato nettamente agli antipodi di taluni gruppi di potere, e che hanno indotto alla costruzione di questa enorme, ignobile, bugia su Nardò e i neretini, su una storia gloriosa e sulla onorabilità della mia amministrazione.                Ovviamente – chiude senza mezzi termini – niente e nessuno cambierà di una virgola il percorso che abbiamo intrapreso. Le nostre bussole, oltre al passato orgoglioso dell’Accoglienza, sono gli interessi di Santa Maria al Bagno e di tutta la città, le norme di legge e le esigenze tecniche degli enti preposti al progetto, non gli appetiti privati a vedute mirabolanti sullo Jonio o gli slogan di qualche approfittatore della politica”.

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