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NEGRO (UDC): LE RIFORME COSTITUZIONALI VANNO FATTE INSIEME

“Le riforme vanno fatte e vanno fatte insieme alle Regioni. Condividiamo appieno la relazione del Presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna nell’incontro odierno delle Conferenze nazionali delle Giunte e delle Assemblee legislative, nell’Aula dei gruppi parlamentari della Camera. Occorre superare l’attuale bicameralismo perfetto previsto dalla nostra Costituzione, ma il Senato deve essere composto da membri eletti dai cittadini e non nominati e gli devono essere assicurate competenze adeguate”.

Lo ha detto il presidente del Gruppo regionale Udc, Salvatore Negro, a margine dell’assemblea romana sulle riforme riguardanti il Senato della Repubblica ed il Titolo V della Costituzione a cui hanno partecipato anche i capogruppo della Puglia.

“Anche noi come Gruppo Udc abbiamo condiviso l’opinione che il bicameralismo paritario deve essere superato. Pur tuttavia siamo convinti che una riforma costituzionale di tale importanza richiede un serio approfondimento e soprattutto un coinvolgimento più ampio, a tutti i livelli: questa riforma quanto più sarà partecipata tanto più risulterà efficace nell’interesse del Paese. Sul disegno di legge predisposto dal Governo avevamo avanzato già una serie di perplessità sui possibili risvolti per la democrazia. A cominciare dalla riforma del Senato che non può essere degradato ad una Camera di secondo livello ma deve essere composta da membri eletti dai cittadini e soprattutto gli devono essere assegnate adeguate materie come l’ordinamento locale e regionale, gli enti locali, i rapporti con l’UE, le leggi costituzionali ed elettorali, la finanza pubblica, oltre a funzioni ispettive e all’elezione del Capo dello Stato, di componenti del CSM e giudici costituzionali. Lo stesso dicasi per la riforma del Titolo V della Costituzione che non può riportarci ad un neo-centralismo di 100 anni fa ma deve rispondere alle esigenze dei territori e della società moderna. Eliminare le province e svuotare di competenze le regioni, togliendoli prerogative come quella di legiferare in materie importanti come sanità, turismo, ambiente e paesaggio, può creare solo danni al Paese”.

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