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Nuovo porto turistico di Otranto. Il Comune chiede la rimessione al Presidente Renzi

Si chiude con la conferenza dei servizi odierna un lungo periodo, durato 7 anni, durante il quale si è cercato in ogni modo di spiegare le ragioni e la necessità di veder realizzato un porto turistico a Otranto.

Diverse generazioni di otrantini si sono interrogate sulla soluzione progettuale migliore da adottare. Tanti i progetti vagliati e bocciati in passato, sino all’attuale che trova, sul territorio, ormai unanime adesione.

Ma il tanto lavoro svolto, da società proponente e comune, evidentemente per alcuni, non è stato sufficiente. La Soprintendenza non ha voluto aprire minimamente a qualsivoglia proposta migliorativa del progetto, dichiarando che ad Otranto non è possibile realizzare un porto turistico.

La Regione Puglia, dal canto suo, non ha risolto le proprie ambiguità che hanno accompagnato sin dall’inizio l’iter autorizzativo dell’opera.

La Città e il territorio tutto di riferimento non intendono rinunciare ad una irripetibile possibilità di realizzare un’infrastruttura vitale per lo sviluppo e la qualificazione dell’offerta turistica.

A nulla è servito rappresentare anche l’opportunità occupazionale, diretta e dell’indotto, che l’opera garantirebbe. Anzi, sorprendentemente, la stessa rappresentante barese della CGIL, intervenuta nella conferenza, ha dichiarato di non essere preoccupata del fatto che non si riesca a creare tale nuova occupazione.

Viene spontaneo chiedersi se anche i rappresentanti salentini della CGIL fossero stati invitati a partecipare, e se condividono tale posizione.

Prendo atto che, stranamente, la rilevanza ambientale-paesaggistica dell’area interessata dal nostro porto turistico non sia stata preclusiva anche per infrastrutture già realizzate e autorizzate, elettrodotto e gasdotto, per le quali la Regione Puglia ha concesso il proprio decisivo assenso.

Il Comune ha responsabilmente chiesto che, come previsto dalla normativa, ora la questione venga rimessa all’attenzione del Consiglio dei Ministri, affinché in quella sede si ricerchi un consenso unanime da parte delle Istituzioni.

Abbiamo fiducia, viste anche le posizioni assunte dal Presidente del Consiglio Renzi in modo chiaro ed inequivocabile, che in quella sede possa trovare ascolto e accoglimento l’aspirazione di un intero territorio che guarda ad Otranto come proprio affaccio sul Mediterraneo.

Resta ferma la massima disponibilità, sempre manifestata dalla società proponente, ad apportare al progetto quelle modifiche utili a minimizzare ulteriormente gli eventuali impatti dell’opera. Con fermezza, però, mi sento di affermare che una comunità come quella che mi onoro di rappresentare, sempre disponibile a valutare con doverosa attenzione e senza pregiudizi ideologici, progetti di interesse strategico nazionale, che pure implicano impatti sul nostro ambiente, meriti maggiore attenzione da parte del Governo nazionale e soprattutto da parte del Governo regionale, i quali non possono continuare a pensare alla nostra terra come luogo utile ad ospitare infrastrutture energetiche di interesse generale, ergendosi invece ad inflessibili custodi della nostra integrità territoriale quando si tratta di rispondere ad esigenze di lavoro e sviluppo rappresentate dalla nostra gente.

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