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Papà non solo al lavoro. Lavorano a tempo pieno, ma fanno tanto anche in casa

Il primo studio sul ruolo dell’uomo stima in 90 ore a settimana la dedizione dei padri per moglie, figli e lavoro

Non solo lavoro, lavoro, lavoro. I papà riescono a conciliare vita familiare e professionale. Ad evidenziarlo, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” lo studio “Tarzan” sul ruolo dei padri, pubblicato la settimana scorsa dall’Università di Friburgo, in una ricerca della professoressa Margrit Stamm, che dimostra come il fenomeno della “doppia giornata lavorativa” tocchi anche la componente maschile della famiglia e non sia relegato solo alle donne. Sono stati studiati 300 casi in Svizzera: l’uomo consacra in media quasi 90 ore a settimana al suo impiego, ai bambini e alla casa. La mole si spiega con il fatto che il tempo parziale rimane una rarità. Solo nel 10% delle famiglie, entrambi i genitori hanno ridotto il proprio tempo di lavoro, mentre il modello dominante rimane quello in cui l’ha fatto soltanto la donna. L’uomo contribuisce ancora, nella gran parte dei casi, maggiormente al reddito della famiglia, ma vuole impegnarsi anche a casa, anche se non tutti riescono a gestire le due cose. Un terzo di loro è descritto come “distante”. Se però il padre è spesso meno a contatto con i figli, è anche perché la madre è poco propensa a cedere parte del proprio ruolo nell’educazione.

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