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Patrimonio dell’Umanità è anche la transumanza tra l’Abruzzo e la Puglia

Prof. Giuseppe Pace, cultore d’Ecologia Umana, Padova.

Della Transumanza ha scritto non poco lo studioso molisano A. Di Iorio di Pietrabbondante, ma anch’io ne ho scritti di articoli su vari media molisani e campani. Da Bogotà, dove si è riunito il comitato intergovernativo dell’Unesco, la transumanza dunque diventa patrimonio dell’umanità poiché il comitato intergovernativo dell’Unesco, ha preso, difatti, la decisione. Il voto è stato espresso all’unanimità e la tradizionale migrazione stagionale degli animali lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori entra, di fatto, nella lista del patrimonio culturale. Anche se riguarderebbe l’Italia nel suo complesso, i luoghi simbolici indicati sono Amatrice, da cui è partita la candidatura dopo il sisma dello scorso anno,Frosolone, Pescocostanzo e Anversa degliAbruzzi, Lacedonia in alta Irpiniain Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula insieme a territori di Lombardia, Val Senales in Trentino Alto Adige, e Basilicata. I pastori transumanti hanno una conoscenza approfondita dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici, così scritto nelle motivazioni del riconoscimento. Soddisfatto il governatore regionale Donato Toma: “Un riconoscimento tanto atteso quanto meritato», evidenzia. «Un risultato lodevole per quanti, con sacrificio, perseveranza e grande determinazione hanno portato avanti, negli anni, questa bellissima tradizione. Congratulazioni alla famiglia Colantuono e ad Asvir Moligal per il prestigioso obiettivo raggiunto”. Certo il riconoscimento arriva con notevole ritardo poiché, dalla fine degli anni Cinquanta, lungo i tratturi tra l’Abruzzo e la Puglia non passano più i pastori lungo l’erbal fiume silente dannunziano. Con l’arrivo del boom economico tutto è cambiato e resta sempre più soltanto la memoria di ciò che fu l’ultramillenaria civiltà della Trasumanza, che ho apprezzato anche in Romania ad Alba Iulia dove c’è un museo degli Appuli, che ricorda le antichissime relazioni commerciali transumanti con l’alta Puglia. “Fieri di questo riconoscimento per la tradizione rurale italiana – per il ministro dellAgricoltura Teresa Bellanovaringraziando tutti quelli “che con il loro impegno hanno reso possibile un risultato che ribadisce il ruolo di primo piano svolto dal nostro Paese nel valorizzare il proprio patrimonio agroalimentare, i paesaggi rurali, le tradizioni e il nostro saper fare”. Parole alle quali si associa il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “questo risultato che riconosce e premia il lavoro svolto dal mio capo di gabinetto, il professor Pier Luigi Petrillo, autore del dossier, e dall’ambasciatore d’Italia all’Unesco Massimo Riccardo, che ringrazio per l’impegno profuso nel negoziato internazionale fino alla fine”. “Valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi di giorni e soste in luoghi prestabiliti, noti come stazioni di posta”. Per la Coldiretti Molise è ”Un riconoscimento importante che conferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto che nell’ultimo decennio il “gregge Italia” sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali”. Il Tratturo Pescasseroli-Candela comunque potrà beneficiare di iniziative volte a valorizzare la memoria della nostrana civiltà della Transumanza del Matese sia molisano che campano poiché esistono vari bracci tratturali per Alife, Cerreto Sannita, Letino e Pratella. L’alta Puglia era il luogo invernale dei pastori transumanti che vi giungevano in autunno e ripartivano in primavera. La Puglia aveva i territori di Lucera, Foggia e Candela, tre delle tante zone di stazzi di ovini, milioni e milioni di pecore vi sono giunte in millenni di civiltà transumante.

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