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Patrocinio al Puglia Pride: ci voleva più rispetto per la cittadinanza

Nel calendario delle iniziative patrocinate dal Comune oltre alla parata anche incontri di promozione della genitorialità omosessuale.

Posto che siamo tutti d’accordo sul fatto che le persone omosessuali vadano necessariamente accolte con con rispetto e che nei loro confronti occorra evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, non posso non farmi portavoce del sentimento di tanti leccesi e salentini che in questi giorni mi hanno confessato di aver ritenuto intaccata la Bellezza e la storia del nostro capoluogo dall’esibizionismo che connota i Gay Pride quali quello in svolgimento a Lecce e soprattutto dal patrocinio prestato dal Comune di Lecce ad esso e a tutto il Puglia Pride.

In tal modo, infatti, l’amministrazione comunale, a nome di tutta la cittadinanza, quand’anche non avesse sborsato un solo euro ha formalmente manifestato condivisione per il calendario di eventi e per la piattaforma politica del Puglia Pride. Piattaforma che chiede lo snaturamento della millenaria istituzione del matrimonio e la sua apertura a omosessuali, bisessuali e trans e la possibilità per essi di accedere all’adozione. Ed il calendario di eventi patrocinati dal Comune era ricco di iniziative in tal senso.

Personalmente ritengo che:

–    l’ostentazione della propria sessualità configge con la legittima richiesta di non essere trattati come “diversi”;

–    le persone omosessuali sono già tutelate, al pari delle altre, da discriminazioni e offese (crimini d’odio, reati di ingiuria, diffamazione, aggravante dei motivi abietti o futili);

–    i “diritti” che rivendicano sono già garantiti dagli ordinari strumenti del diritto privato e dalla giurisprudenza (sebbene questo venga volutamente taciuto);

–    la famiglia su cui la nostra Costituzione poggia l’edificio della comunità è quella fondata sul matrimonio tra uomo e donna e non può essere parificata ad altre forme di convivenza;

–    ogni bambino ha diritto ad avere un papà ed una mamma e non può essere trattato come un oggetto.

Ora, il Sindaco, i componenti della giunta ed il loro partito, FI, possono, ovviamente, anche dissentire ed invece condividere sul piano personale e politico le rivendicazioni di questa parte, minoritaria ma chiassosa, della comunità omosessuale; ma certo sarebbe stato più opportuno non impegnare tutta l’amministrazione comunale e la cittadinanza a loro sostegno.

            Il Consigliere Regionale

Andrea Caroppo

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