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«Per la riqualificazione delle città indispensabile collaborazione tra pubblico e privato. Bene il piano-casa ma si faccia chiarezza sulle dotazioni finanziarie »

All’incontro dell’Ordine degli Architetti della BAT sul ‘Piano Città’ Domenico De Bartolomeo, presidente ANCE Bari e BAT: «Per la riqualificazione delle città indispensabile collaborazione tra pubblico e privato. Bene il piano-casa ma si faccia chiarezza sulle dotazioni finanziarie »
«Bisogna assicurare lo sviluppo delle aree urbane attraverso interventi di rigenerazione economica e urbana che consentano di dare una nuova immagine delle città. Esse andrebbero riprogettate affrontando congiuntamente tematiche che riguardano l’economia, la mobilità, l’ambiente, le persone, la qualità della vita e la governance». Lo ha dichiarato Domenico De Bartolomeo, presidente ANCE Bari e BAT, intervenendo al convegno “Piano Città” organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della BAT.
«La riqualificazione, però, non può avvenire attraverso l’uso degli strumenti ordinari di governo del territorio, ma deve basarsi – ha chiarito il presidente degli edili baresi e della BAT – sulla ricerca di processi in cui l’incontro tra interesse pubblico e privato siano equamente bilanciati. A fronte dei tagli dei finanziamenti pubblici e dei limiti imposti dal patto di stabilità devono delinearsi nuove politiche di intervento. Le operazioni di trasformazione urbana devono costituire lo stimolo per creare partnership pubblico-private in cui le imprese trovino motivo per investire risorse e realizzare un prodotto edilizio che risponda al mercato oltre che alle aspettative reddituali dell’impresa».
«Per far realmente decollare la riqualificazione occorre individuare norme e procedure in grado di dare certezze su tempi, regole e decisioni: sono questi gli elementi indispensabili nel processo di rilancio e sviluppo delle città per attrarre investimenti ricorrendo a forme di dialogo competitivo tra i soggetti interessati. C’è bisogno di un rinnovato patto tra imprese, amministrazioni regionali e comunali che, in modo paritario, delineino quello che sarà il volto futuro delle città. Un rapporto che non deve essere di contrapposizione, ma di collaborazione, condizione indispensabile per creare un mercato consapevole e virtuoso che sappia riconoscere e premiare la qualità e la sostenibilità delle realizzazioni edilizie».
«In questo scenario – ha ricordato De Bartolomeno – hanno trovato finalmente attuazione nel recente “Decreto Sviluppo” alcune proposte dall’Ance riguardanti un “piano città” focalizzato sul recupero del patrimonio esistente. E’ una normativa che favorisce la riqualificazione incentivata delle aree urbane degradate, la creazione di alloggi sociali, la ristrutturazione delle scuole per migliorare l’efficienza energetica, l’ottimizzazione del trasporto pubblico locale».
«E’ estremamente positiva la decisione di adottare tra i criteri di selezione dei progetti quello della immediata cantierabilità ma – ha ammonito De Bartolomeo – permangono perplessità sulla dotazione finanziaria del piano. Si parla di circa 2 miliardi dei quali 1,6 miliardi messi a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti con il Fondo investimenti per l’abitare. Al momento, però, non esistono certezze sulla reale messa a disposizione di questi fondi nei tempi brevi previsti dal Piano. Sicuramente è necessario trovare la partecipazione dei capitali privati, coinvolgendo in primis le banche che potrebbero essere incentivate a partecipare al Piano se venissero rapidamente risolti nodi burocratici e fiscali».

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