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Piano Paesaggistico – Zullo: “Rivedere il procedimento per esaltare il merito”

“Attendevo la presa di posizione del collega Amati sul Piano Paesaggistico approvato agli inizi delle ferie agostane con una tempistica che mette in difficoltà i Comuni, convinto che si sarebbe distinto da un PD attestato a difensore d’ufficio delle pratiche vendoliane. Aspettavo il suo intervento: se l’avessi anticipato, infatti, sarei stato ri-tacciato dal suo capogruppo come il ‘signor no’. Romano giri quell’attributo ad Amati e se proprio vuole, mi dia del ‘copione’.
Ad Amati rivolgo l’invito di prodursi nello sforzo di far comprendere a Romano che non può continuare ad essere lo specchio magico di Vendola: noi non siamo al servizio della regina di Biancaneve, ma della collettività. Al collega Amati – il quale ritiene la sostanza della discussione del Piano in 5^ Commissione meritevole di considerazione, al di là del procedimento – devo dire che chi fa politica nelle istituzioni non può chiudersi nelle proprie stanze pensando di interpretare i bisogni dei territori, nè ritenere che le audizioni dei Sindaci e dei soggetti portatori di legittimi interessi diffusi, possono essere sufficienti a guidare l’azione politica verso l’equità, il senso di giustizia e l’imparzialità se a monte delle audizioni non si è data la possibilità ai territori, alle categorie professionali, al mondo delle Associazioni, all’insieme degli organismi preposti al controllo, all’imprenditoria e a chiunque si dedicherà all’attuazione, di esercitare un minimo di confronto.
Non si può certo affermare che il dibattito si possa sviluppare con piena cognizione di causa sulla complessità del Piano, così determinante per la tutela del territorio e del paesaggio e per lo sviluppo, l’occupazione e il lavoro, nel periodo di trenta giorni intercorrenti tra il 6 agosto, data di pubblicazione ed il 6 settembre, data fissata per la scadenza dei termini. Audire in Commissione soggetti pur legittimati ma che avranno avuto poco tempo per il confronto, non ci aiuta a venir fuori dall’autoreferenzialità della politica. Ecco perché il pericolo del mancato coinvolgimento dei territori e delle organizzazioni professionali, di volontariato e di controllo sull’attuazione del Piano, paventato per primo dal Vice-Presidente del Consiglio Marmo, va raccolto e vanno riviste le procedure.
Se abbiamo richiesto ed ottenuto identico percorso per il Piano Rifiuti, perché non invocare anche per il Piano Paesaggistico uno slittamento dei tempi, tanto necessario quanto determinante ai fini della partecipazione? Per questo mi rivolgo ai colleghi capigruppo, primo fra tutti Losappio, affinché, ragionevolmente si offra ampia possibilità di partecipazione dei territori. Per quanto riguarda il PD, conoscendo la rude e incomprensibile ostilità preconcetta di Romano e Blasi, non mi resta che confidare nel collega Amati e nel Presidente Pentassuglia”.

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