PRESENTAZIONE DEL LIBRO “A NIDO D’APE” – 40 DONNE SALENTINE SI RACCONTANO ATTRAVERSO ALTRETTANTE GIORNALISTE

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Lecce presenta sabato 8 marzo p.v. alle ore 11.00 presso la sede sociale di via Fornari a Lecce il libro “A nido d’ape – Lavoratrici salentine si raccontano: quaranta donne ritratte da quaranta giornaliste”. Il volume, edito da Esperidi, realizzato con il patrocinio della Consigliera di parità della Provincia di Lecce e il contributo di Vestas Hotels & Resorts, è curato dalle giornaliste Fabiana Salsi, Ilaria Marinaci, Ilaria Lia, Daniela Pastore, Valentina Murrieri, Serena Costa.

“Si tratta di un confronto aperto – sottolinea la presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Viola Margiotta – che prende le mosse da un testo dedicato a 40 lavoratrici, intervistate da altrettante giornaliste, per discutere di storie di lavoro e di vita, di progetti e di successi, di donne e impegno professionale. Non è un evento per sole donne, ma un dibattito su come la nostra società si pone nei confronti di chi ancora oggi lotta, più dell’altra metà del cielo, per ottenere … ciò che merita. Dall’esempio delle protagoniste intervistate nel volume – dal magistrato impegnato in prima linea contro la criminalità, alle attiviste per la parità di genere, dalle intellettuali alle figure di spicco della politica, alle artiste, dalle campionesse sportive, alle donne di cultura ed ancora alle imprenditrici di successo – è possibile trarre spaccati di vita quotidiana, ritratti che raccontano di un mondo in continua evoluzione, che cerca un proprio spazio, un modo per vivere assecondando le proprie inclinazioni e, allo stesso tempo, ‘fare’ per la collettività”.

Il volume – per il quale le quaranta giornaliste coinvolte hanno prestato la propria opera gratuitamente e con grande entusiasmo per una finalità benefica – si legge nella presentazione, non ha ovviamente nessuna pretesa di esaustività. Non mira, infatti, a rappresentare una mappatura completa delle donne “eccellenti” del Salento perché è stato concepito in modo molto spontaneo, seguendo la naturale propensione di ciascuna delle autrici a ritrarre l’una o l’altra protagonista. In questo modo, nell’intento delle curatrici, si è cercato di raccontare un pezzo di storia locale, scavando nel segreto della forza di grandi donne che si sono affermate nella vita e nel lavoro.