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presentazione della traduzione italiana di “Syd Barrett. Un pensiero irregolare”

Venerdì 5 ottobre (ingresso gratuito – ore 21), a Lecce, alle Officine Culturali Ergot verrà presentata la traduzione italiana di “Syd Barrett. Un pensiero irregolare”, testo scritto da Rob Chapman e pubblicato da poche settimane da Stampa Alternativa. Per l’occasione si incontreranno – in una chiacchierata informale sulla musica degli anni Sessanta e sul genio di Syd Barrett – Gianfranco Salvatore, docente di “Storia e Metodologia Critica della Popular Music” dell’Università del Salento e autore di “Pink Floyd-The Wall. Rock e multimedialità”, Gianpaolo Chiriacò, autore della traduzione italiana di “Syd Barrett. Un pensiero irregolare” e della postfazione al testo, Cesare Liaci presidente della Cooperativa Coolclub, musicista e storico appassionato del cantautore inglese. Modera Gabriele De Blasi, giornalista, Radio Popolare e Radio Popolare Salento. Conclude la serata il chitarrista improvvisatore Alberto Piccinni, che descriverà il modo in cui la sua musica è stata influenzata da Syd.

Il libro di Rob Chapman è la più dettagliata e autorevole biografia pubblicata sul cantautore inglese, che per fama e importanza si pone allo stesso livello di John Lennon o Bob Dylan. Grazie a un lavoro di ricerca durato più di trent’anni, e uno stile appassionato e piacevole, l’autore ricostruisce minuziosamente i luoghi e gli eventi che hanno caratterizzato quegli anni. Inoltre approfondisce l’estetica di Barrett, analizzandone le opere e riconoscendole parte di un filo rosso che, da alcuni “irregolari” della letteratura inglese (Carroll, Lear, Grahame), arriva fino a quella cultura psichedelica che aveva conquistato i migliori estri creativi degli anni Sessanta. Ma Chapman smantella soprattutto il mito di un Syd lunatico, di una vita vissuta fuori controllo ed esaltata dalle droghe, rivelando un giovane di talento, ma a sua volta molto “irregolare”, che troppo in fretta aveva voluto espandere i confini della propria mente, per trovarsi travolto dall’immediato successo dell’esordio discografico dei Floyd, nel frenetico mondo delle popstar. A cui quell’innovatore umanamente così fragile non era pronto. E nel quale, forse, non avrebbe mai voluto entrare.

Syd Barrett, l’uomo dalla cui fantasia unica e irregolare nacquero i Pink Floyd, era studente d’arte, appassionato di light-show, promettente pittore, poeta e chitarrista dalla tecnica obliqua. Trasferitosi dalla sua Cambridge nella Londra degli anni Sessanta, in quella città ribollente e in continua trasformazione entrò in contatto con scrittori, artisti, intellettuali e musicisti (sia pop che d’avanguardia): da tutti trasse ispirazione e stimoli per sviluppare una personalità curiosa ed eccentrica. Ma il destino lo portò a eclissarsi velocemente, nel rifugio di una vita isolata e silenziosa, ad alimentare una mitologia dell’assenza, fino a sparire nell’estate del 2006, all’età di sessant’anni, morendo come una persona qualsiasi.

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