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Presentazione volume fotografico FRIGOLE

FRIGOLE

UN TERRITORIO DA SCOPRIRE

Nell’ambito del progetto “Extra Convitto. Più lib(e)ri in piazza” presso l’atrio dell’ex Convitto Palmieri di Lecce, sarà presentato il prossimo 4 settembre (alle ore 21) il libro fotografico FRIGOLE, a cura dell ‘Associazione “ArgentoVivo”.

Attraverso lo sguardo collettivo di quattro autori (Loredana Cocola De Matteis, Giancarlo Greco, Carmelo Roberto e Samuele Vincenti), viene offerta una lettura inedita di un Frigole, borgo di circa 2000 abitanti che si estende come un piccolo arcipelago di agglomerati urbani in una porzione

nella zona a nord est di Lecce fino al mar Adriatico.Interverranno: Carlo Salvemini (Sindaco di Lecce), Michele Cera (fotografo), Luigi De Luca (Direttore Polo Bibliomuseale di Lecce Brindisi Taranto) e Angelo Salento (Sociologo Università del Salento). Modererà Valentina Trisolino.

Il libro

Conosciuto quasi esclusivamente come località balneare, Frigole nasce come insediamento rurale a seguito di varie opere di bonifica, la prima delle quali realizzata dal 1870 al 1890 dal notabile Federico Libertini con la costruzione dell’omonima masseria e del primo nucleo di abitazioni che richiamarono in queste terre manodopera agricola e operaia.

Da allora, e fino agli anni Venti, questo territorio è stato oggetto di una serie di interventi di riqualificazione che compresero la realizzazione di un bacino per l’acquacoltura, un’idrovora, una scuola, un frantoio, la chiesa e servizi fondamentali come un presidio medico e un ufficio postale.

L’Opera Nazionale Combattenti redistribuì gran parte delle terre di questo borgo ai reduci della Prima guerra mondiale, provenienti da tutta la Puglia, dando vita all’attuale assetto del territorio con i nuovi agglomerati di Borgo Piave e Borgo Montegrappa.

Tuttavia, dopo gli anni Cinquanta, iniziò un lento decadimento. Il borgo diventò periferia semisconosciuta di Lecce, animata quasi esclusivamente durante i mesi estivi grazie a un abusivismo edilizio diffuso.

Liberi da giudizi precostituiti, i quattro autori hanno esplorato questa parte di territorio attraversandolo con silenzio e discrezione con un’attenzione nuova, alla ricerca di domande più che di risposte.

Osservandone non solo il paesaggio, ma anche la comunità che lo vive, gli autori hanno trovato, per

usare le loro stesse parole, “una bellezza inaspettata, costituita non solo da bellezze naturali e testimonianze della storia rurale di Frigole, ma anche dai suoi abitanti, sospesi in un equilibrio fragile tra l’orgoglio di appartenere a questi luoghi e la rassegnazione di essere considerati abitanti di un luogo marginale e dimenticato”.

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