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Raccolta porta a porta: ecco i modelli “vincenti”. Gli atti del seminario

Ottima l’affluenza e la partecipazione di amministratori, associazioni e cittadini che sono giunti anche da fuori regione. In evidenza i fattori che permettono ottime percentuali di raccolta differenziata e di riciclo: progettazione e professionalità, tecnologia del transponder e premialità per i cittadini, campagne di sensibilizzazione e controllo da parte degli amministratori. Gli interventi di Ada Fiore, Alessio Ciacci, Ezio Orzes, Ivan Stomeo, Attilo Tornavacca, Federico Cangialosi, Emanuela Bruno, Luigi Zilli

Come premiare gli utenti virtuosi e rendere più efficienti i servizi? Questa è la domanda a cui hanno risposto i vari relatori con il seminario “Raccolta porta a porta, i modelli vincenti. Come premiare gli utenti virtuosi e rendere più efficienti i servizi” organizzato dal Comune di Corigliano d’Otranto, dall’Associazione Comuni Virtuosi e da ESPER (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei rifiuti), con il contributo di SMP di Barletta, Ecotecnica e TEEA (Tecnica Ecologia E Ambiente) di Lecce. L’incontro, che si è tenuto presso il Castello de Monti di Corigliano d’Otranto, aveva lo scopo di presentare i vantaggi economici (e di qualità della vita) di cui i cittadini possono godere con il passaggio dalla tarsu alla tariffa puntuale per mezzo dei sistemi di raccolta differenziata porta a porta. I lavori del seminario, coordinati dall’assessore all’Ambiente di Corigliano Tommaso Condò, hanno avuto inizio con la relazione del sindaco Ada Fiore, che ha ricordato come il suo comune, insieme a quello di Carpignano Salentino, abbia sperimentato il sistema di raccolta domiciliare “mono-materiale” (oggi esteso alla maggior parte dei Comuni dell’Aro 4), raggiungendo una percentuale di raccolta differenziata pari all’80 %. “Un paio d’anni fa – ha ricordato il sindaco di Corigliano Ada Fiore – spinta dalla mancanza di impianti di compostaggio nella provincia di Lecce, l’amministrazione comunale ha proposto alla regione Puglia di destinare alcuni biotunnel di Poggiardo, anziché alla biostabilizzazione dell’indifferenziato, al trattamento e al compostaggio della frazione organica. Tale proposta, unitamente all’esperimento della raccolta domiciliare monomateriale, determinava l’inutilità della discarica di servizio soccorso prevista su territorio comunale, che avrebbe dovuto ospitare i materiali biostabilizzati dell’impianto di trattamento di Poggiardo. Oggi – ha concluso il sindaco – poiché la maggior parte dei comuni dell’Aro 4 prevede la raccolta monomateriale, possiamo affermare la che tutte le singole frazioni raccolte, compreso l’organico, possono essere portate a recupero e a riciclaggio”.

L’assessore Alessio Ciacci ha sottolineato l’importanza della ricerca nel campo della raccolta differenziata.
“Siamo arrivati al grandissimo risultato – ha spiegato – di una riduzione complessiva annua del 21,2% della produzione complessiva dei rifiuti rispetto ai dati del 2004. Prima dell’introduzione della raccolta domiciliare il comune spendeva circa 3,1 milioni di euro per smaltire i propri rifiuti, oggi invece sono meno di 900.000 mila euro. Nel 2011, dopo il successo della sperimentazione della tariffazione puntuale in 8 frazioni di Capannori, con percentuali di RD pari al 90%, grazie anche ai contributi della Esper, si è deciso di estendere, a partire dal 2013, la tariffazione puntuale, estendendo la tecnologia dei microchip/transponder (RFID) a tutti i 43.000 cittadini”. “A fine anno – ha continuato Ciacci – siamo in grado di capire quante volte un’utenza ha conferito i propri rifiuti indifferenziati. Questo risultato, aggiunto ad altre variabili, ci permette di calcolare la tariffa per ogni singola famiglia”. “La parte rimanente dei rifiuti – ha infine considerato l’assessore di Capannori -infatti finita sotto la lente di ingrandimento del centro di ricerca Rifiuto Zero di Capannori – è costituita prevalentemente da pannolini, scarti derivanti dai materiali elettrici e cialde delle macchinette per il caffè. Questi e altri materiali, grazie ad un impianto di futura utilizzazione, saranno recuperati interamente, permettendoci di chiudere completamente il ciclo cinque anni prima rispetto al 2020”.

Filo conduttore dell’intervento di Ezio Orzes, assessore alle politiche ambientali di Ponte nelle Alpi, il recupero e il riciclaggio della materia. “Tutte le istituzioni devono fare la propria parte: quello che spetta ai comuni – ha dichiarato Orzes – è fare la raccolta differenziata, e non tanto misurarsi sulle impiantistiche e su quello che avverrà alla fine del ciclo dei rifiuti. Ciò che serve è creare dei flussi costanti di recupero della materia, e non solo per raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata, ma anche perché fondamentale per l’Unione europea è la misura dell’effettivo recupero della materia”. Prima della introduzione della raccolta domiciliare il comune di Ponte nelle Alpi inviava in discarica ogni anno una produzione di rifiuti pro-capite pari a 348 kg, con conseguenti alti costi di smaltimento, pari al 57% del costo totale”. Ridurre la dipendenza da questa voce di costo e trasferire questa spesa sulla creazione di posti di lavoro sono stati i principali obiettivi per Orzes. “In pochi mesi, già dall’inizio del 2006 – ha dichiarato l’assessore – abbiamo ottenuto alte percentuali di raccolta differenziata fino a raggiungere l’89% di raccolta differenziata. Nel 2011 la produzione procapite annua è stata di soli 30 chilogrammi. E con la tariffazione puntuale mediante transponder ( cioè con tecnologie disponibili in Italia e soprattutto in Puglia) siamo riusciti a calcolare la parte variabile della tariffa sul numero dei svuotamenti. Più differenzi, dunque, e meno paghi”.

Ivan Stomeo, sindaco di Melpignano, comune cofondatore dell’ “Associazione dei Comuni virtuosi”, nonché primo comune in Puglia ad aver raggiunto l’obiettivo di raccolta differenziata del 65%, ha sottolineato come “Nel 2005 i comuni che per primi hanno sentito l’esigenza di scambiarsi esperienze concrete e condividerle con altri sono stati i comuni di Monsano (AN), Colorno (PR), Melpignano (LE) e, appunto, Vezzano Ligure (SP). Oggi siamo una settantina, tra cui anche i comuni Capannori (Lucca) e Ponte nelle Alpi (Belluno)”. “Con la gestione comunale si riusciva a garantire un servizio di alto livello e un’entrata positiva grazie ai ricavi Conai. Oggi, invece, con la gestione del servizio a livello di ambito, abbiamo di fatto raddoppiato la tarsu, e non percepiamo più nessun contributo”.

L’intervento di Attilio Tornavacca, direttore di ESPER (Ente di Studio per la Pianificazione Eco-sostenibile dei Rifiuti), ha offerto una panoramica sulle modalità più avanzate di gestione della raccolta domiciliare, con particolare riferimento alla tariffazione puntuale, a livello nazionale, europeo ed internazionale.
La relazione è stata corredata da esempi di innovative tecnologie che vanno affermandosi a livello europeo (in Scandinavia, Germania, Francia), alcune delle quali (come la tecnologia dei sacchetti con RFID UHF) sviluppatesi proprio in seno ad un’azienda pugliese, la SMP di Barletta. Un occasione, secondo Tornavacca, “per consolidare il ruolo della Puglia in una Green economy di respiro internazionale”. “I costi dei transponder – ha poi spiegato il direttore di Esper – si sono considerevolmente abbassati nel giro di pochi anni. I transponder rigidi, che costavano cinque o sei euro al pezzo, non costano oramai più di poche decine di centesimi di euro, e quelli, invece, a perdere, da applicare sui sacchetti, perfino pochi centesimi di euro. Ma questa tecnologia, che porta naturalmente all’introduzione della tariffazione puntuale, non è “una bacchetta magica capace di risolvere i problemi della raccolta differenziata domiciliare. La “ricetta per un modello vincente di raccolta porta a porta, secondo Tornavacca, rimane una valida progettazione alla base, il coinvolgimento dei cittadini attraverso una buona campagna di sensibilizzazione, e il controllo sanzionatorio da parte delle amministrazioni.

Emanuela Bruno dell’Arpa Puglia ha commentato i valori relativi alla produzione di rifiuti urbani, totale e procapite, in base ai dati del 2010 (Ispra, Rapporto Rifiuti), facendo emergere sostanziali differenze tra le sei realtà provinciali pugliesi. In linea con il dato di popolazione residente, il primato della produzione totale di rifiuti urbani spetta alla provincia di Bari (662.615 t/a), seguita nell’ordine da Lecce (409.238 t/a), da Taranto (326.829 t/a), da Foggia (318.068 t/a), da Brindisi (228.192 t/a), e infine dalla BAT con (204.929 t/a). Per quanto riguarda la produzione procapite – ha continuato Bruno – la maggiore produzione è quella della provincia di Brindisi (565,9 kg*ab) , a seguire Taranto (563,5 kg*ab), Bari (526,5 kg*ab, in linea con la media regionale), la BAT provincia (521,6 kg*ab), Lecce (501,8 kg*ab) e Foggia (496,3 kg*ab). “La Bat provincia – ha evidenziato – pur producendo in totale la metà dei rifiuti della provincia di Lecce, supera quest’ultima nella produzione procapite, e lo stesso accade per la provincia di Brindisi, che, quinta nella produzione totale, è addirittura prima in quella procapite”.

Federico Cangialosi, tecnico del servizio ciclo rifiuti e bonifica della regione Puglia, ha illustrato il percorso intrapreso dalla regione e i passi legislativi compiuti negli ultimi mesi. Nella prima parte della sua relazione ha risposto al sindaco Ada Fiore, confermando il recepimento della lettera inviata dal sindaco di Corigliano d’Otranto, citando l’articolo 13, comma 3, della nuova legge regionale “Rafforzamento delle pubbliche funzioni nell’organizzazione e nel governo dei Servizi pubblici locali”e. “Le concessioni per tali impianti – ha letto Cangialosi – possono essere estese anche alla frazione organica da raccolta differenziata, in caso di parziale o totale riconversione degli impianti di trattamento indifferenziato in impianti di trattamento dell’organico, qualora ciò comporti un’ottimale utilizzazione di detti impianti e un complessivo contenimento delle tariffe di trattamento del rifiuto indifferenziato e dell’organico”. “Con la diminuzione dei quantitativi del rifiuto indifferenziato e l’aumento della raccolta dell’organico – ha spiegato Cangialosi – è inevitabile la rimodulazione del sistema impiantistico; l’obiettivo della regione è quello di ottimizzare l’impiantistica esistente (rimodulando gli impianti progettati nel 2003 e realizzati nel 2009) mirando a una produzione di prodotti di qualità”. “L’organico raccolto – ha quindi concluso – vogliamo che diventi un fertilizzante che si collochi, si spera, nel mercato tra le fasce più alta di prezzo”.

Luigi Zilli, amministratore di Ecotecnica e capofila ATI affidataria del servizio di raccolta, ha confermato il trend positivo di crescita della raccolta dell’umido e di riduzione dei rifiuti. “Da quando è stato introdotto il sistema di raccolta monomateriale – ha affermato – la produzione totale dei rifiuti è diminuita”. Ha inoltre messo in risalto che d’estate la produzione dei rifiuti è costituita per il 50% dall’umido e che i comuni dell’entroterra salentino, arrivano a produrre fino a 400 tonnellate al mese. Per quanto riguarda il conferimento della regione, ha inoltre confermato la disponibilità da parte della Tersan Puglia a ricevere l’organico di tutti i comuni dell’ato 4”.

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