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RIAFFERMARE IL RUOLO STRATEGICO DELLA RICERCA E DELL’ALTA FORMAZIONE PER IL FUTURO DEL PAESE

IL 21 MARZO UNISALENTO ADERISCE ALL’INIZIATIVA DELLA CRUI “PER UNA NUOVA PRIMAVERA DELLE UNIVERSITÀ”

Anche l’Università del Salento, assieme alle altre Università pugliesi, aderirà all’iniziativa nazionale della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) di organizzare dibattiti pubblici per il prossimo 21 marzo 2016, con l’obiettivo di «riaffermare il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione per il futuro del Paese».

«Un’adesione unitaria discussa oggi nel corso della riunione del CURC (Comitato Universitario Regionale di Coordinamento – Puglia)», sottolinea il Rettore Vincenzo Zara, «e destinata a raccogliere idee e proposte da consegnare al Governo in un documento di sintesi unitario che sarà redatto dalla stessa CRUI. Oltre a singole manifestazioni nelle diverse sedi, come avverrà in tutta Italia, in Puglia organizzeremo anche un’iniziativa regionale comune. È fondamentale sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica e far sentire al Governo la voce del sistema universitario, in modo coeso e con proposte concrete».

Si legge in una nota della CRUI in merito:

Dal 2008 il sistema universitario italiano è soggetto a tagli lineari e progressivi delle risorse.

Una scelta politica trasversale che, in coincidenza con la drammatica crisi globale e l’adozione di una radicale riforma organizzativa, si è tradotta nella perdita di oltre 10.000 posizioni di ruolo solo tra quelle per docenti e ricercatori, ovvero tagli superiori al 13% del totale quando la media nel settore pubblico è stata ad oggi del 5% .

Ma non solo.

I tagli continui al fondo di finanziamento ordinario, l’assenza di un convinto investimento pubblico e privato nella ricerca e nell’alta formazione universitaria hanno determinato l’impossibilità di avviare nuovi percorsi di ricerca e di alta formazione, di investire in servizi e attività per gli studenti e nell’internazionalizzazione, di valorizzare il contributo della struttura tecnica e amministrativa.

Ma soprattutto hanno significato l’impossibilità di reclutare studiosi giovani e meritevoli, il congelamento delle carriere e delle opportunità di crescita professionale, una condizione retributiva che disincentiva i migliori a restare e allontana i giovani talenti e gli studiosi stranieri, l’indebolimento del già precario e fragile diritto allo studio che sta riducendo iscritti e laureati.

Ciò nonostante, il valore e la competitività scientifica delle nostre università è rimasta forte. E uniche tra le amministrazioni pubbliche le università sono finanziate sulla base dei costi standard e degli esiti delle valutazioni scientifiche.

La società e l’opinione pubblica di tutto questo sanno poco. Non esiste sufficiente consapevolezza del valore, per il Paese, delle sue Università, anche rispetto al confronto internazionale, nonché del rischio di mettere, seriamente e definitivamente, in crisi un sistema che, nonostante tutto, continua a funzionare.

Per questo occorre invertire la rotta e insieme, a partire dagli appuntamenti del 21 marzo 2016, costruire la nuova primavera della ricerca e dell’università italiana.

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