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“Ricerche di idrocarburi in mare: per la Puglia e l’ecosistema marino un enorme pericolo anche dalle tecnologia dell’air gun. Si riveda lo Sblocca Italia, applicando il principio di precauzione”. È l’allarme del senatore Dario Stefàno in un’interrogazione ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, in seguito alle sei richieste di permesso di ricerca idrocarburi offshore nel mar Ionio presentate dalla Global MED LLC, che riguarderebbero anche la Puglia (al largo di Santa Maria di Leuca), oltre la Calabria e la Basilicata. Le richieste di ricerca di idrocarburi per il Mar Jonio diventano così 16, sommandosi alle 4 concessioni già attribuite lungo la costa calabrese. “Le ricerche che intende svolgere la Global Med – spiega Stefàno – saranno effettuate mediante la tecnica dell’“air gun”, un meccanismo che produce onde sismiche e che la comunità scientifica ritiene dannoso per la fauna marina. Il Ministro dell’Ambiente condivide questa preoccupazione?”. “Il decreto legge “Sblocca Italia” – sottolinea Stefàno – oltre a promuovere la creazione di grandi infrastrutture per permettere il transito e l’accumulo di gas proveniente dall’estero, facilita e incoraggia le attività di estrazione di petrolio e gas, attribuendovi un carattere strategico e semplificando gli iter autorizzativi, a partire dalla sottrazione di potere alle Regioni e disponendo il prolungamento dei tempi delle concessioni”. “Ma – commenta il senatore – secondo la BP Statistical Review le riserve di combustibili fossili sfruttabili nel nostro Paese si attestano attorno ai 290 Mtep: poiché il consumo di energia primaria annuale dell’Italia è stimato in circa 159 Mtep, queste supposte riserve corrispondono al consumo di meno di due anni. Quindi, si sceglie di mettere a repentaglio un intero ecosistema, aree di pregio naturalistico e paesaggistico e le annesse attività economiche legate alla pesca e al turismo, per una riserva di due anni? ” “La Puglia – conclude Stefàno – ha fortemente investito nella pesca e nel turismo entrambi fondamentali per l’intera economia regionale. Per noi la tutela della qualità del mare, della costa e dell’ambiente, sono incompatibili con la prospettiva di qualunque tipo di attività estrattiva, che potrebbe avere conseguenze catastrofiche a livello ambientale, economico e sociale. In Puglia abbiamo ribadito il no alle trivelle nell’Adriatico, ora da Roma giunga un no forte, anche all’air gun”.

Con una recente ed importante sentenza pubblicata il 16 Ottobre, il T.A.R. Puglia – II Sezione di Lecce (Presidente Rosaria Trizzino; Relatore Marco Rinaldi) dà il via libera alla riduzione dei compensi per i legali interni dell’Avvocatura Provinciale, ritenendo legittimo il nuovo Regolamento approvato con deliberazione della Giunta provinciale n.67 del 19 Marzo 2013 che, tra l’altro, riduce in maniera significativa (80%) gli onorari spettanti ai legali interni dell’Ente secondo i parametri medi dettati dal Decreto ministeriale n.140/12, nel caso in cui l’Ente risulti vittorioso nel giudizio, ma il Giudice abbia deciso di compensare tra le parti le spese del giudizio, senza porle carico della controparte risultata perdente.

Il TAR di Lecce, accogliendo le tesi difensive dell’Avvocato Francesco Baldassarre, che rappresentava l’Amm.ne Provinciale nel giudizio promosso da tutti i legali dipendenti dell’Ente, ha giudicato le nuove norme regolamentari dettate dall’Amm.ne Gabellone sulla misura di compensi e sulla determinazione del valore delle cause, idonee a garantire un trattamento economico adeguato, osservando che gli avvocati dipendenti degli Enti pubblici, in quanto percepiscono comunque una retribuzione mensile fissa con emolumenti accessori, non possono essere equiparati agli avvocati del libero foro, perché solo questi ultimi operano sul mercato in concorrenza tra loro, sopportano i costi ed il rischio economico dell’attività svolta e non godono di alcuna retribuzione base.

La sentenza si rivela pregevole ed approfondita per la ricchezza delle argomentazioni e dei riferimenti normativi e giurisprudenziali – commenta l’Avv. Francesco Baldassarre, legale incaricato dall’Amm.ne provinciale nella controversia che contrapponeva Palazzo dei Celestini ai suoi legali dipendenti dell’Ente – ed afferma principi importanti in una materia nella quale si erano registrate sentenze contrastanti, e soprattutto stabilisce che la materia dei compensi agli avvocati dipendenti dell’Ente può essere disciplinata in maniera autonoma da ciascuna Amm.ne pubblica senza tuttavia ledere la dignità, il prestigio e l’autonomia dell’Avvocatura, che costituiscono regole fondamentali dettate dall’ordinamento forense.

Nel caso sottoposto all’esame dei Giudici del TAR di Lecce – chiosa l’Avv. Baldassarre – questi principi erano stati tutelati poiché il Regolamento provinciale garantisce comunque ai legali dipendenti della Provincia il diritto a percepire oltre ad una retribuzione mensile quali dipendenti, anche le spese di giudizio determinate dal Giudice e poste a carico della controparte che è risultata soccombente nel giudizio contro la Provincia. Soltanto in caso di compensazione delle spese tra le parti del giudizio si applica la riduzione stabilita dal nuovo Regolamento provinciale.

Gli avvocati dipendenti che hanno promosso ricorso contro la Provincia hanno visto riconoscere le loro ragioni soltanto con riferimento all’art.3 del Regolamento, dichiarato illegittimo dal TAR nella parte in cui non considerava come sentenze favorevoli all’Ente quei provvedimenti che comunque fanno cessare il giudizio (estinzione, accordi transattivi, rinuncia agli atti, etc.), in quanto il Giudice amministrativo ha ritenuto che pure in questi casi la Provincia consegue un vantaggio, e dunque agli avvocati dipendenti spetta un compenso, seppure ridotto.

L’Amministrazione provinciale – ha dichiarato il neo confermato Presidente Gabellone – continua nell’opera di razionalizzazione della spesa e di eliminazione degli sprechi e la sentenza del TAR Lecce conferma che l’azione di spending review riguarda tutti i settori e tutto il personale dell’Ente.

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