“Leggo, e mi viene riferito, che l’assessore regionale Michele Pelillo, nel corso di una intervista televisiva, ha definito fantasiosa la mia tesi su un doloso rallentamento, ad opera di esponenti politici ionici presenti nel governo regionale: cioè, lui!, della trasmissione di alcuni atti consiliari con cui molti comuni della provincia di Brindisi, in primis il capoluogo, avevano deliberato il ricongiungimento con Lecce.
Pelillo avrebbe poi aggiunto che fino ad oggi non vi è stata occasione di confronto con i colleghi brindisini, soprattutto con Curto, ‘nonostante più volte in Consiglio lo abbia invitato ad un confronto sulla questione’.
Pelillo dice il falso. E siccome dice il falso, e tutto ciò può essere ampiamente dimostrato dal resoconto stenografico della 69a seduta del Consiglio regionale del 22 ottobre scorso, da un lato lo sfido ad un confronto pubblico lasciando all’assessore la scelta della sede, dall’altro gli ricordo che è stato lui a rendersi – chissà perché! – irreperibile, ad un confronto televisivo.
Inoltre, lo sfido a rispondere precisamente alle uniche vere domande a cui è obbligato politicamente a rispondere. La prima: ‘Corrisponde al vero, oppure no, la voce di sue pressioni sulla struttura del Gabinetto del Presidente Vendola, pressioni finalizzate a far trasmettere al governo nazionale fuori tempo massimo le deliberazioni di molti comuni brindisini che, successivamente al 22 ottobre, hanno optato per Lecce?’.
La seconda: ‘Sa dire l’assessore Pelillo se, in qualsiasi caso, alla data odierna, quegli atti deliberativi sono stati comunque trasmessi, o meno, al governo nazionale. E, in caso di risposta affermativa (che non ci sarà!), quando ciò è avvenuto, e, in qualsiasi caso, perché con tanto ritardo?’.
Solo questo deve dirmi Pelillo, in attesa del confronto. Anzi, più che a me lo dica ai brindisini che di essere presi per il naso non hanno nessuna intenzione”./
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