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“RITA TONDO ’68-2012. MOSTRA ANTOLOGICA”

Un itinerario espositivo lungo 42 anni. E’ quello che offre l’allestimento “Rita Tondo ’68-2012. Mostra antologica”, che dall’1 al 22 dicembre sarà possibile ammirare a Lecce, in cinque diverse sedi di esposizione.

Sabato 1 dicembre, alle ore 10.30, presso l’Accademia di Belle Arti a Lecce, si terrà la cerimonia di inaugurazione, con il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, il sindaco della città di Lecce Paolo Perrone, il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce Claudio Delli Santi, il presidente dell’Accademia di Belle Arti di Lecce Bianca Codacci Pisanelli, lo storico dell’arte Antonio Cassiano, già direttore del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce,  il docente di Storia dell’arte moderna e contemporanea dell’Università del Salento e curatore della mostra Lucio Galante.

Il senso della mostra è quello di concepire un viaggio alla scoperta dei diversi ambiti di interesse e ricerca artistica di Rita Tondo, lungo 42 anni di attività, attraverso ambiti diversi ma sempre legati ad una doppia visione: l’attenzione verso le tradizioni e il paesaggio del territorio, e la vocazione globale di altri temi, come, ad esempio, il Sacro e la figura della donna nella contemporaneità.

Negli spazi espositivi dell’Accademia di Belle Arti si potrà osservare il ciclo pittorico dedicato al “Paesaggio”. Il percorso continuerà nell’ex Convento dei Teatini, dove saranno esposte le opere dedicate alla “Globalizzazione”. Si proseguirà alla Fondazione Palmieri, dove la navata della chiesa cinquecentesca accoglierà la serie dedicata alla “Donna”, e al Castello Carlo V, nelle cui sale espositive si potrà osservare l’ampio ciclo dedicato alla sfera del “Sacro” (ciclo pittorico che ha impegnato l’artista nel corso degli anni Novanta e nei primi anni Duemila). L’ultima tappa del percorso espositivo sarà presso il Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, dove saranno presentati i “Multipli ceramici”, ovvero l’attuale momento della ricerca artistica di Rita Tondo. Questi ultimi lavori sono stati già proposti in alcune mostre, tra cui la sezione leccese del Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi.

La mostra è patrocinata da Accademia di Belle Arti di Lecce, Comune di Lecce, Provincia di Lecce, Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” e Fondazione Palmieri di Lecce.

Durante i giorni d’apertura dell’allestimento, sarà proposto anche un volume monografico dedicato a Rita Tondo, la cui pubblicazione è stata promossa dall’Accademia di Belle Arti di Lecce, in concomitanza con il pensionamento della professoressa Tondo, dopo 42 anni di servizio. La monografia (testi italiano/inglese) è introdotta dai contributi istituzionali del direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce Claudio Delli Santi e del presidente  Bianca Codacci Pisanelli. Il testo inizia con un saggio storico-critico di Lucio Galante, che analizza l’intero percorso creativo di Rita Tondo. Seguono i contributi di Antonio Basile, Fabrizio Capanni, Lorenzo Madaro, Antonella Marino, Dejan Sotirovi’c e Arturo Tuzzi.

Rita Tondo è nata a Salice Salentino nel 1947; ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Lecce, all’epoca diretta dall’artista barese Raffaele Spizzico. Fu proprio Spizzico il suo maestro nella sezione di decorazione e, in seguito, il docente di cui divenne assistente. Dopo la partecipazione ad una mostra collettiva di ampio respiro (la terza Rassegna di Artisti Pugliesi ordinata da Paolucci nel Circolo degli Artisti di Torino nel 1971), nel ‘75 ordina a Lecce la sua prima personale – accompagnata da un testo critico di Pietro Marino – con opere di radice astratto-informale (ma con chiari riferimenti al paesaggio salentino). Dell’anno seguente è la sua presenza alla mostra corale Verifica ’76, curata da Toti Carpentieri in diversi spazi leccesi.

Dopo un’esperienza di insegnamento come docente di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna (dal 1989 al 1990), è nominata docente di Pittura presso quella di Lecce, da cui si è appena pensionata dopo quarantadue anni di attività didattica. Tra gli anni Ottanta e Novanta seguono partecipazioni a numerose mostre collettive, come Paesaggi di Luce,  tra luglio e settembre 1994 al Museo Diocesano di Otranto e al Castello Aragonese di Taranto, con presentazione di Antonio Basile; la mostra personale ordinata nel 1996 all’Accademia Cattani di Bologna, con testo critico di Marina Pizzarelli, e la personale del1996 a Mottola, nella galleria Pegaso Studio d’Arte di Vita Ripoli, per cui lavorò a un ciclo di opere connesse con la storia e l’immaginario legato alle gravine.

Dalla pittura al disegno, dalla ceramica alla grafica numerata: il suo approccio operativo è plurale. E in tal senso è indicativa la produzione di tre opere calcografiche nel 1999, accompagnate da un contributo critico di Loredana Rea, legate all’iconografia sacra, riletta e digerita secondo personali chiavi di lettura dalle cripte rupestri pugliesi, uno dei temi prediletti. Sul finire degli anni Novanta difatti uno degli aspetti principali nel suo lavoro è l’indagine sulla sfera del sacro. Risale al 2001 la mostra personale Donna, Donne ordinata nella galleria L’Osanna di Nardò, un vero e proprio manifesto programmatico di un nuovo percorso, intriso senza retorica di femminilità e ricerca della femminilità altrui. Seguono una serie di mostre e contributi critici dedicati a questo argomento, il grande tema della donna affrontato nella stretta contemporaneità. E’ del 2005 la mostra personale intitolata Identità e territorio nel Castello Normanno-Svevo di Mesagne. Questo nuovo ciclo nasce da indagini socio-antropologiche su alcuni luoghi. La mostra assume immediatamente un carattere itinerante: approda, infatti, in Serbia nei musei nazionali di Zajecar, Bor e Kniacevaz, e al museo Krostata Kazarma di Vidin, in Bulgaria.

Il lavoro recente è legato ai multipli ceramici, proposti già in alcune mostre, tra cui nella sezione leccese del Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi, dell’ultima Biennale di Venezia. Al contempo è stato costante il suo impegno didattico. Organizzazione di mostre collettive e partecipazioni a concorso nazionali: sono questi due aspetti i punti di partenza di un lavoro di sostegno e promozione di alcuni suoi allievi sin dagli anni Novanta. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private.

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