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Sanità, Palese (PdL): “Il caso del primario di Manduria emblematico dell’anarchia. Intervenga Commissione nazionale d’inchiesta”

“Il caso del primario ginecologo di Manduria sospeso dopo aver chiamato il suo predecessore per salvare una vita in sala operatoria, dimostra l’anarchia che regna nell’intero sistema ed è solo l’ennesimo episodio incredibile avvenuto questa estate nella sanità pugliese, dopo quello sempre di Manduria dove una donna è stata costretta a rivolgersi a 4 ospedali prima di poter dare alla luce il figlio e di Mola, dove un turista è morto perché ha trovato chiuso il punto di primo intervento. Crediamo che questi episodi meritino l’intervento della Commissione nazionale d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, presieduta dal Sen. Ignazio Marino”.
Lo sostiene in una nota i capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, che aggiunge: “Di tutti e tre questi episodi di cui abbiamo appreso dalla stampa, chiederemo conto al Presidente Vendola e all’assessore Attolini nella seduta monotematica del Consiglio regionale prevista per il 18 settembre prossimo, ma intanto crediamo che la Commissione nazionale d’inchiesta, peraltro spesso intervenuta anche per casi meno gravi di questi, debba accertare cosa sta accadendo nel sistema sanitario pugliese e negli ospedali anche perché nell’anarchia che regna sovrana rischiano di avere la peggio anche i medici oltre ai pazienti. Quanto al primario ginecologo di Manduria, per esempio, da notizie di stampa sembrerebbe che egli si sia visto costretto a chiamare il suo predecessore ormai in pensione per la difficoltà di trovare immediatamente reperibile un altro specialista in zona. E ciò sarebbe accaduto per ben due volte! Per quanto possa essere amministrativamente censurabile la decisione del primario, va tenuto conto che la cosa più importante è quella che egli ha salvato la vita al paziente. Chiediamo quindi al Presidente Vendola e all’assessore Attolini non solo di riferire sullo stato di caos della sanità pugliese in generale, ma di avviare una inchiesta amministrativa interna per chiarire i motivi che hanno indotto il primario a comportarsi così e se non vi siano, tra queste motivazioni, responsabilità ascrivibili a chi avrebbe dovuto garantire che in quella sala operatoria vi fossero medici in grado di salvare la vita al paziente. All’insegna di quella professionalità e quella meritocrazia che nella sanità pugliese sono presenti solo nelle narrazioni del Presidente Vendola”./

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