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SEU – Zullo: “Non è questione di mare, ma di diffusione ambientale del germe”

“Comprendo che si debba difendere la qualità del nostro mare in un momento significativo per il turismo, ma non voler ammettere che la diffusione del germe ha ormai superato la semplice trasmissione serbatoio d’infezione (ruminanti)—alimenti e siamo in una fase di diffusione ambientale del germe serbatoio d’infezione-ambiente-alimenti, può essere di grave pericolosità per la prevenzione di nuovi casi, anche in relazione al periodo di incubazione della malattia.

Essendo un’ infezione a trasmissione oro-fecale, è evidente che il primo comparto dell’ambiente ad essere considerato è l’acqua e a seguire il suolo. Questi due comparti sono interessati in modo massiccio quando diventano recapito finale di impianti di depurazione.

Insisto sul fatto che trattasi di bambini di pochi mesi di vita che si nutrono ancora di omogeneizzati, yogurt, latte pastorizzato che però hanno fatto bagni e della variegata distribuzione geografica dei casi non concentrati in un posto o in una zona ma diffusi nel territorio regionale. E’ emblematico in questo senso il racconto di alcune mamme.

I prelievi per gli esami batteriologici oltre che in mare vanno effettuati sull’effluente depurato degli impianti di depurazione che recapitano in mare o sul suolo in prossimità di colture di verdure, ortaggi e frutta (es. fragole, angurie ed altre) a pianta bassa in contatto con il terreno e vanno effettuati con frequenza e non una tantum perché ci possono essere giorni in cui i moti ondosi del mare, a causa di venti favorevoli per la balneazione ma sfavorevoli per la diluizione al largo degli scarichi inquinanti, non contribuiscono alla auto-depurazione naturale delle acque di balneazione per diluizione.

La diluizione è un fenomeno di disinfezione naturale che consiste in un processo in cui la forte carica batterica di un effluente da impianto di depurazione arrivata in mare si diluisce per cui la carica batterica per ml di acqua si riduce al punto da dare risultati favorevoli per la salute del nostro mare, ininfluenti per la capacità di produrre malattia ma non tranquillizzanti per la diffusione ambientale del germe.

Ecco perché continuo a richiedere che venga istituito un coordinamento degli interventi per coordinare gli interventi dei servizi sanitari e veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL con l’ARPA, l’Istituto Zooprofilattico, l’OER e i reparti ospedalieri . Un coordinamento di tal genere servirà non solo a fermare la diffusione della SEU ma a far comprendere a chi ha responsabilità di Governo che l’efficienza degli impianti di depurazione in Puglia è un problema serio che se per fortuna oggi non impatta sullo stato di salute del nostro mare, a lungo andare, perdurando questo stato di inefficienza, sì”.

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