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Spazi pubblici: che cosa vuol fare l’amministrazione? Invito ad autodenunciarsi

“La settimana di ferragosto” ha messo in risalto, piu’ di altri periodi, una delle prime problematiche del centro storico: la pressoché totale mancanza di spazi pubblici fruibili. Basta fare una passeggiata in piazza Sant’Oronzo e dintorni per rendersene conto: mancano spazi pensati per il ritrovo delle persone che non vogliano sedere in uno dei tanti pub di quelle zone. Tra la piazza principale, via Alvino e via Fazzi solamente una dozzina di panchine per circa una settantina di posti. Ed il resto delle persone? Resta in piedi oppure seduta sui marciapiedi, sugli scalini delle chiese o dei monumenti. Si potrebbe obiettare che non e’ possibile prevedere tanti posti a sedere quante sono le persone che ogni giorno visitano Lecce. Giusto, ma leggendo il regolamento di polizia locale, all’art. 54, si scopre che “e’ vietato sdraiarsi sulle panchine pubbliche, sedere e sdraiarsi sulle strade, nelle piazze, sotto i portici, sulle soglie di edifici pubblici, delle chiese e delle abitazioni private” (fonte: sito internet del comune di Lecce). Senza dimenticare l’ordinanza antibivacco, che in quei posti vieta di mangiare o bere. Insomma a Lecce coloro che siedono alla bene meglio su spazi pubblici sono da considerarsi fuori legge. Una situazione che denota l’assoluta mancanza di una politica di gestione coerente degli spazi pubblici. Non e’ la prima volta che segnaliamo questo stato di cose; nonostante cio’ non e’ dato sapere quali siano le intenzioni dell’amministrazione comunale. Probabilmente a palazzo Carafa non hanno ben chiara la dimensione del problema. Per renderla evidente chiediamo un aiuto alla cittadinanza: che faccia come faremo noi. Chiunque, in qualunque momento della giornata, volendosi riposare non trovi panchine libere e decida di sedersi su scalini di chiese, monumenti, ecc. chiami la polizia municipale (tel. 0832.233211) per segnalare il proprio comportamento illecito citando l’articolo
del regolamento di polizia locale che lo punisce.

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