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TERZO APPUNTAMENTO CON LA STAGIONE SINFONICA DI PRIMAVERA

IL  M° ZANINI DIRIGE IL CONCERTO DELLA SETTIMANA SANTA CON LA PARTECIPAZIONE DEL CORO LIRICO DI LECCE: “OUVERTURE TRAGICA” DI BRAHMS, “REQUIEM IN RE MINORE” DI MOZART

Il 16 aprile a Gallipoli – Chiesa del Rosario, ore 21.00 – le voci di Valentina Coladonato (Soprano), Antonella Colaianni (Mezzosoprano), Alessandro Codeluppi (Tenore), Antonio Mameli (Basso) e del Coro Lirico di Lecce diretto da Emanuela Di Pietro

Il terzo appuntamento con la Stagione Sinfonica di Primavera porta l’Orchestra Tito Schipa a Gallipoli, il concerto dedicato alla Settimana Santa e diretto dal M° Maurizio Zanini si terrà negli spazi della Chiesa del Rosario, mercoledì 16 aprile alle ore 21,00.  Si tratta di uno tra gli eventi più suggestivi in cartellone con un programma dedicato ai capolavori di Johannes BrahmsOuverture Tragica op. 81 – e Wolfgang Amadeus MozartRequiem in Re Minore per soli, coro e orchestra K 626. Tra i protagonisti dell’evento: Valentina Coladonato (Soprano), Antonella Colaianni (Mezzosoprano), Alessandro Codeluppi (Tenore), Antonio Mameli (Basso) e il Coro Lirico di Lecce diretto da Emanuela Di Pietro.

Sembra che l’Ouverture Tragica sia stata composta per il teatro e diversi studiosi si sono sbizzarriti nell’attribuire a Brahms intenzioni programmatiche: c’è chi dice che il compositore si sia ispirato allo shakespeariano “Hamlet” e chi invece sostiene che questo brano sia un’introduzione strumentale al “Faust” di Goethe. Il musicista sostenne di non aver mai pensato ad alcun testo letterario specifico, pur creando un’atmosfera psicologica grave. L’occasione di scrivere L’Ouverture Tragica, fu data a Brahms dalla laurea honoris causa ricevuta nel marzo del 1879 da parte della Facoltà di Filosofia dell’Università di Breslavia. Il compositore inviò queste due Ouvertures in segno di ringraziamento: “Due gemelle: una piange mentre l’altra ride.”

Il caso del Requiem di Mozart è forse uno dei segreti meglio custoditi del mondo musicale: un capolavoro incompiuto amato dal pubblico di tutto il mondo. E al contempo una storia che nel corso del tempo ha diviso gli storici e i musicologi, ma ha anche alimentato congetture e acceso passioni, ispirando opere letterarie e cinematografiche, basti pensare all’”Amadeus” di Milos Forman. Nel luglio del 1791, all’ età di 35 anni, Wolfgang Amadeus fu incaricato da un intermediario non ben identificato  di scrivere una messa da requiem. Iniziò a comporre, però la sua salute peggiorò. Inchiodato al letto a partire dal 20 novembre, continuò a lavorare con le sue ultime energie. Ancora nel pomeriggio del 4 dicembre, rivide con alcuni cantanti suoi amici le parti già compiute del Requiem. La notte seguente morì e la sua messa rimase un frammento. In due secoli, questi pochi dati certi hanno dato luogo a cupe interpretazioni romantiche, in parte riprese dal cinema: lo spettrale messaggero mascherato (un invidioso Salieri, interpretato da uno strepitoso Murray Abraham), l’ ipotesi dell’ avvelenamento, la fatale sovrapposizione temporale tra il Requiem e la morte del giovane genio.

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