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Ultimo appuntamento della Stagione Sinfonica e di Balletto Autunno/Inverno 2013/2014

Si conclude la Stagione Sinfonica e di Balletto Autunno-Inverno 2013 | 2014 della Fondazione ICO Tito Schipa di Lecce. L’ultimo concerto si terrà sabato 11 gennaio a Lecce sul palco del Teatro Politeama Greco alle ore 21:00, il Maestro Lior Shambadal dirigerà l’Orchestra Sinfonica Tito Schipa accompagnato dalla voce del Soprano Nila Masala.

Sabato 11 gennaio alle ore 10:30 al Teatro Politeama Greco ci sarà il consueto concerto dedicato alle scuole. Al concerto parteciperanno anche i sei allievi provenienti da Francia, Germania, Israele, Italia e Russia della Masterclass in direzione d’Orchestra tenuta dallo stesso Maestro Shambadal in questi giorni. 

Il programma musicale prevede le opere: il Coriolano, ouverture in do min. op. 62 di Ludwig van Beethoven, Syntax 0.1 di Ivan Fedele, Lieder eines fahrenden Gesellen di Gustav Mahler e la Sinfonia n. 3 in fa magg. op.90 di Johannes Brahms.

L’Ouverture del Coriolano fu scritta da Beethoven nei primi mesi del 1807 come intermezzo alla tragedia omonima di Heinrich Joseph von Collin. L’Ouverture fu concepita come brano musicale a sé stante e non come componimento di inizio dello spettacolo teatrale. Il dramma del Coriolano è ispirato alla leggenda dell’eroe Gaio Marcio, soprannominato Coriolano per aver espugnato l’antichissima città dei Volsci, offrendo loro collaborazione per combattere contro i romani. A questo punto la moglie Volumnia e la madre Veturia lo supplicano di non tradire la patria ed egli, combattuto fra il sentimento dell’onore e quello della vendetta, viene assassinato dai Volsci. Questa è la versione utilizzata da Shakespeare, mentre quella di Collin vede Coriolano suicida, per l’insanabile contrasto di coscienza tra la parola data ai Volsci e l’incapacità di marciare contro Roma.

Syntax 0.1 La composizione è stata commissionata dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, ed è intesa come un omaggio a Joseph Haydn nel bicentenario della morte. Delle abituali opzioni che in queste occasioni un compositore adotta per scrivere un pezzo che sovente ha le caratteristiche del brano d’occasione – in genere l’utilizzo delle lettere-note che compaiono nel nome del dedicatario, come pure la citazione da sue opere o altro – io non ho tenuto conto. Ho praticato invece un’opzione che mi sembrava un omaggio meno occasionale e più forte, centrando la mia attenzione su quegli aspetti fortemente innovativi che hanno contraddistinto il maturo stile di Haydn, il quale, non dimentichiamo, consegnò a Beethoven un linguaggio depurato da tutti gli orpelli del Rococò. In tal modo il compositore austriaco si propose come un significativo trait d’union tra un’era e un’altra, quella romantica, ed è proprio nel linguaggio dell’ultimo Haydn, in cui possiamo già riconoscere le forti istanze romantiche dello Sturm und Drang, dove ritroviamo un nuovo pensiero musicale ancora oggi fondante per la cultura occidentale. Il mio omaggio a Haydn è un omaggio alla forma. I contrasti tematici tra due soggetti di carattere contrapposto presenti nella matura esposizione della forma sonata ispirano l’impianto della composizione che si articola in due grandi parti, una estremamente dinamica, l’altra più distesa. Un altro elemento che caratterizza l’opera dell’ultimo Haydn, ovvero la linearità ed incisività dei motivi-figure, si riflette nella cellula attacco-risonanza che caratterizza in modi diversi entrambe le parti del pezzo. Un terzo aspetto dell’Haydn delle ultime Sinfonie, ovvero la centralità del timbro con particolare riferimento ai fiati, diviene infine un elemento fondamentale di espressione poetica e di ricerca artigianale. Syntax quindi, come il titolo stesso suggerisce, vuole cogliere nel presente elementi sintattici del passato ancora oggi pregnanti. Rendere omaggio a un grande del passato ha significato per me sottolinearne l’influenza sul presente, perché un grande di qualsiasi epoca riverbera la propria luce nella storia sino all’attualità. Ivan Fedele

I Lieder eines fahrenden Gesellen sono cronologicamente il primo ciclo di Lieder orchestrali di Gustav Mahler e l’unico di cui egli scrisse anche i testi. Ma chi è il fahrender Gesell? Si tratta, nella sua apparente semplicità, di un’entità complessa: egli rappresenta il “compagno di strada”, “l’amico girovago”, perfino lo “studente vagante”, colui che gira il mondo senza aver ancora appreso il senso della sua infelicità, afflitto dalla pena d’amore, ma non ancora cosmicamente disperato. E che cosa apprende nel suo cammino? Essenzialmente la sua estraneità dal mondo reale e dalla società dopo che l’amata lo ha abbandonato per sposare un altro (n. 1: Wenn mein Scbatz Hochzeit macht) e la sua indomita dipendenza dal mondo della natura (n. 2: Ging heut’ Morgen übers Feld). Il richiamo del cuculo, il saluto del fringuello e della campanula, l’invito a riconoscere “bello il mondo” gli rivelano la distanza abissale tra i lieti messaggi che riceve e le sensazioni che gli provengono dal suo destino personale. Ed è da questo confronto che nasce la sua crisi di identità. Egli, continuando nella sua marcia, registra ora le conseguenze del conflitto (n. 3: Ich hab’ein glühend Messer): sente un coltello rovente piantato nel petto che non da requie ne di giorno ne di notte, e ripensa con intimo strazio, nel sogno o da sveglio, alle immagini che gli ricordano l’amata perduta, gli occhi azzurri e i capelli biondi, visioni allucinate e menzognere. Solo dopo aver toccato il punto più basso della disperazione “vorrei essere sepolto in una bara nera, e non riaprire gli occhi mai più”, il viandante si riconcilia con se stesso accettando il suo destino di esule solitario, cui son compagni solo “amore e pena”.

La Sinfonia n. 3 in fa maggiore, op. 90 di Johannes Brahms fin dalla prima esecuzione fu un trionfo, una consacrazione che stupì lo stesso autore. Per lui la Terza aveva un solo difetto: quello di essere diventata, subito, «sfortunatamente troppo celebre». Frase tipica della sua ironia permeata di un’intima, consapevole soddisfazione. Per quanto sia difficile ricondurre a un’unica istanza espressiva un’opera tanto composita, la Terza Sinfonia si configura come una creazione musicale intrisa di tragico fatalismo, di pathos e di eroismo sublimati nelle categorie della musica assoluta. Il primo movimento, Allegro con brio, sembra un vero e proprio incitamento alla lotta ed il clima epico fa riaffiorare alla memoria le gesta degli eroi delle saghe nordiche. In alcuni momenti questo grande affresco, intensamente pregno di un forte sentimento per la natura, sembra ribollire di un’energia cosmica. L’esposizione, assai lunga rispetto allo sviluppo, ci propone una significativa novità, ossia l’introduzione di un “motto musicale” a mo’ di Leitmotiv. Il secondo movimento, Andante, è basato su una semplice melodia cantabile che, eseguita da clarinetti e fagotti, ci immette in un clima idilliaco a tratti pastorale; le pulsioni che agitavano il movimento precedente sembrano sopite, anche se frequenti effetti dissonanti e passaggi cromatici creano sospensioni molto espressive. Il terzo movimento, il Poco Allegretto, è uno straordinario intermezzo in Do minore in cui Brahms effonde tutto se stesso. Intimo e profondo nello slancio con cui il primo tema, cantato dalla morbida e suadente voce dei violoncelli, si apre verso l’acuto per poi ripiegarsi su se stesso: reclinato e dolente, si mostra lentamente come una delle pagine più intense ed indimenticabili del nostro autore. Una sinfonia che ci riserva un finale inatteso e sconvolgente scossa da un’inquietudine violenta, demoniaca e lacerante. La soluzione del conflitto che Brahms ci propone in quest’opera è l’apparizione di un nuovo mondo tonale che ci appare come l’unica serenità raggiungibile, quella della consapevole rassegnazione.

Lior Shambadal, israeliano, è annoverato tra i più attivi direttori nel repertorio sinfonico e lirico del panorama internazionale e al tempo stesso è considerato carismatica figura culturale e musicale. La sua attività lo ha portato in Europa, Cina, Giappone, Corea e Sud America ed attualmente è Direttore Principale della Berlin Symphony Orchestra (Berliner Symphoniker), ruolo che ha ricoperto per più di un decennio sin dal 1997. In questa veste ha tenuto più di 150 concerti nella celebre Berlin Philharmonie e ha diretto l’orchestra tedesca in tournée in Giappone, Cina, Corea, Italia, Spagna, Irlanda, Inghilterra, Francia e Germania. Nel 2009, è stato nominato Music Director della Orchestra Filarmonica de Bogota (OFB), Colombia – una delle più importanti orchestre del Sud America – dove ha anche promosso la prima edizione dell’International Violin Competition. Sin dal 2008 Shambadal è stato il direttore ospite principale della Liepaja Symphony Orchestra in Lettonia e professore ospite e direttore ospite principale della Symphony Orchestra del Conservatorio Centrale di Musica nella provincia dello Sichuan, Cina. Collabora stabilmente anche con il Festival del Campus delle Arti di San Gemini, Italia, dove fa parte del comitato artistico e annualmente tiene una master-class in direzione d’orchestra e orchestra training. Dal 2007 Shambadal è artista ospite nel programma orchestrale del Banff Centre in Canada e dirige regolarmente in Europa, Sud America, Russia, Giappone, Cina come direttore ospite. Inoltre Lior Shambadal è anche particolarmente impegnato nel supportare con fondi e borse di studio giovani artisti. Dal 2008 assegna annualmente a un violinista e un violista una borsa di studio dedicata a due suoi parenti musicisti: il violista Daniel Benyamini, che fu prima viola della Israel Philharmonic Orchestra e membro del Tel Aviv Quartet e Mishel Piastro, violino di spalla della New York Philharmonic sotto la direzione di Arturo Toscanini, di cui fu anche assistente. E’ anche responsabile della selezione per l’assegnazione della borsa di studio per il Campus delle Arti di San Gemini, borsa supportata dalla Fondazione IBM Italia. A suo agio sia nel repertorio sinfonico che in quello lirico, dal 1993 al 2000 Shambadal è stato direttore principale del Pfalztheater di Kaiserslautern, Germania, dove ha diretto più di 600 rappresentazioni e dove è stato coinvolto anche nella progettazione della nuova struttura teatrale. È stato anche ospite della Ontario Opera in Canada e in produzioni operistiche in Israele. Lior Shambadal è nato nel 1950 a Tel Aviv, dove ha studiato viola, trombone composizione e direzione d’orchestra con Sergiu Natra. Ha proseguito gli studi al Mozarteum di Salisburgo con Carl Melles. Dopo il suo trasferimento a Vienna, è stato allievo di celebri direttori come Hans Swarowsky, Carlo Mario Giulini, Igor Merkevitch, Sergiu Celibidache e Franco Ferrara. Si è dedicato anche alla musica elettronica (a Vienna) e si è perfezionato in composizione sotto la guida di Witold Lutoslawski (in Francia). Nel 1980, è stato nominato direttore principale della Haifa Symphony Orchestra e dal 1986 al 1993, ha diretto la Kibbutz Chamber Orchestra a Tel Aviv, con la quale ha tenuto numerosi concerti in Germania, Spagna e Ungheria. Shambadal è stato anche il fondatore dell’Ensemble Musica Nova di Tel Aviv e dei Mendelssohn Players di Berlino, formazione che annovera alcuni dei più rinomati componenti delle principali orchestre berlinesi. Dal 2000 al 2003 è stato direttore principale della RTV Symphony Orchestra di Lubiana, Slovenia, e per molti anni anche prolifico compositore in ambito cameristico, lideristico e sinfonico. I suoi brani, tra i quali alcuni commissionati anche dalla Israel Philharmonic Orchestra, continuano ad essere eseguiti in tutto il mondo. Le numerose incisioni discografiche e apparizioni televisive hanno contribuito al suo riconoscimento internazionale.

Nila Masala nata a Sassari, si è diplomata in Canto Lirico al Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara. Si perfeziona presso l’Ateneo Internazionale della Lirica di Sulmona con Mirella Freni, Gianni Raimondi, Gabriella Tucci. Il suo primo debutto nell’opera è come Contessa ne Le Nozze di Figaro di Mozart. Ha frequentato vari masterclasses di Tecnica Vocale ed Interpretazione con Sherman Lowe, col quale studia e cura il repertorio solistico, affiancandogli la figura di Michele D’Elia per lo studio dello spartito. Vincitrice di diversi premi: 1° premio al II Concorso Internazionale “Cappuccilli – Patanè – Respighi”; 1° premio del prestigioso XIII Concorso Int. di Canto Lirico “Ritorna Vincitor” di Ercolano; 2° posto al Concorso Lirico “Matera, Città dei Sassi” ed al concorso Lirico Città di Adelfia (Ba). Ha frequentato l’Accademia Harmonica a Modena, con artiste quali Sonia Ganassi e Luciana D’Intino. Una Borsa di Studio per il Progetto “La Bottega delle Voci” presso il Teatro di Mesagne, le ha permesso di frequentare un masterclasses con il baritono G. De Corato ed il soprano Luciana Serra. Per il Festival Operistico del Mediterraneo 2008 è stata la Contessa nell’allestimento de Le Nozze di Figaro a Ruvo di Puglia (BA). Ha vinto a Napoli il II° Concorso della Romanza Napoletana “Napoli, Voce del Mediterraneo” e a Roma il 14° Concorso Internazionale di Canto “Rolando Nicolosi”, il prestigioso “Premio Puccini”. Nel 2009 ha frequentato l’Accademia pucciniana di Torre del Lago. Nella Stagione Lirica Leccese è stata Nella in Gianni Schicchi di Puccini. Per il 55° Festival Puccini di Torre del Lago ha tenuto diversi concerti come sua artista nell’anno 2009. Nell’agosto 2009 ha debuttato il ruolo di Santuzza nella Cavalleria Rusticana della quarantesima Stagione Lirica Leccese. È stata invitata dall’Orchestra Sinfonica dello stato del Messico come solista per due recital lirici nell’ottobre 2009. Nel mese di novembre 2009 ha debuttato il ruolo della Principessa Turandot nei Teatri di Novara, Mantova e Lucca ed ha cantato al Teatro del Giglio di Lucca in uno spettacolo interamente dedicato a G. Puccini. Nel febbraio 2010 canta nei Gran Galà dell’Opera per la Stagione Lirica Leccese. È stata nuovamente Santuzza nell’allestimento del Teatro Superga di Nichelino, in maggio. Sempre in maggio ha debuttato Suor Angelica nel nuovo Auditorium E. Caruso di Torre del Lago; è inoltre interprete di un recital lirico interamente dedicato a Mascagni svoltosi alla Biblioteca Nazionale di Napoli, Palazzo Reale, e nel Gala Puccini come Artista del Festival di Torre del Lago, per l’Estate Regina 2010, di Montecatini Terme. Apre nel giugno 2010 la Stagione Sinfonica Leccese estiva con West Side Story di L. Bernstein (Direttore Marcello Panni). Replica a Pistoia, lo spettacolo “Le Donne di Puccini”(con la speciale presenza del grande attore Ugo Pagliai nei panni del maestro Puccini). Per il 56° Festival Puccini di Torre del Lago è salita sul grande palcoscenico torrelaghese come principessa Turandot. Ha debuttato come Floria Tosca ad Ercolano, nello stupendo scenario di Villa Campolieto, (Direttore A.Veronesi). Nel gennaio 2011 ha aperto la Stagione Lirica leccese al Teatro Politeama Greco cimentandosi nel complesso ruolo di Minnie, ne La Fanciulla del West di Puccini, (Direttore B. Kocksar). Nello stesso anno ha eseguito vari concerti per le celebrazioni del 150° anniversario d’Italia, in tutta la penisola. È stata invitata dall’Emilia Romagna Festival con l’orchestra Tallin Sinfonietta, riscuotendo grande successo di pubblico e critica. Nuovamente principessa Turandot per la stagione di quest’estate al 57° Festival Pucciniano di Torre del Lago. Interprete per il Bellini and romantic Opera Festival ne lo spettacolo “Le donne di Bellini”, e Norma al debutto al Teatro Margherita di Caltanissetta. Ha aperto a Roma con un concertocerimonia, l’EANS 2011, XIV Congresso europeo di neurochirurgia. Duetta col grande baritono Renato Bruson al Teatro Politeama di Palermo in occasione del suo 50° anno di carriera. Nuovo importante e atteso debutto nel mese di maggio 2012 al Teatro Politeama di Palermo, Manon, ne la Manon Lescaut di Puccini, seguito da quello de la Dona Flor di N. van Westerhout con l’Orchestra Sinfonica di Bari. Nel mese di giugno è stata ospite di un toccante recital lirico a Damasco con l’Orchestra Sinfonica nazionale Siriana (Direttore O. C. Gallina). In agosto protagonista di un ciclo di concerti dedicato alle Eroine Pucciniane con l’orchestra ICO Tito Schipa di Lecce, (Direttore M. Panni). Nuovamente Santuzza nel mese di agosto ad Ascoli Piceno (Direttore A. Tomaselli). In ottobre, è nuovamente Turandot al Teatro Verdi di Pisa (Direttore V. Galli). Esegue il 30 novembre ed il 1 dicembre al Teatro Politeama Greco di Lecce con l’orchestra ICO Tito Schipa, i Vier Lette Lieder di Strauss (Direttore Lior Shambadal). Nel gennaio 2013 esegue con l’Orchestra ICO di Bari dei recital solistici dedicati a Giuseppe Verdi seguiti a febbraio dall’apertura della Stagione Lirica di Lecce con Cavalleria Rusticana di Mascagni, interpretando Santuzza diretta da Paolo Olmi per la regia di Michele Mirabella. In agosto durante il Festival Puccini di Torre del Lago, del quale è artista da anni, riafferma il personaggio della principessa di gelo diretta in Turandot di G. Puccini da Daniel Oren. In settembre canta in terra natìa ne I Shardana di Ennio Porrino debuttando l’impervio ruolo di Jonia Berbera (Direttore A. Bramall) per la regia di Davide Livermoore al Teatro Lirico di Cagliari. Nel mese di Novembre è ancora una volta principessa Turandot in trasferta koreana a Seoul con il Festival Puccini di Torre del Lago, applauditissima in recite da tutto esaurito, diretta da Marco Balderi per la regia di Daniele De Plano

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