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Zullo (PDL): “Basta con la mistificazione, le donne penalizzate da Vendola e dal PD”

Che i “vendoliani”, fossero guerrafondai lo si sapeva. Che oltre alla guerra contro Fitto, contro Tremonti, contro il Governo, contro Bersani, contro Monti, contro il Nord, contro la famiglia, contro l’eterosessualità, contro la genitorialità formata da coppia tra uomo e donna e oltre alle guerriglie tra loro oggi arrivano a profilare una guerra contro gli uomini. Francamente non me l’aspettavo!

Oggi Vendola e i suoi adepti,  riscoprono la necessità delle donne in Consiglio regionale ed in Giunta e il presidente con maestria  ha utilizzato questo argomento nella campagna elettorale per le primarie.
Ma chi o che cosa impediva a Vendola e al PD di inserire nel 2010 nelle loro liste elettorali le donne per due terzi dei candidati? Lo prescrive la Legge elettorale vigente ( art. 3, co. 3, della L.R. 2/2005).
Vendola, da leader dello schieramento, ha allestito due liste ovvero SEL e Puglia per Vendola e ben avrebbe potuto inserire tra i candidati tante donne, al punto da raggiungere i due terzi voluti dalla Legge. In realtà ne ha inserite meno del minimo richiesto dalla stessa Legge ( un terzo dei candidati) tanto da farsi multare. Fatto deplorevole per chi predica per maggiori opportunità per le donne. Autorevoli esponenti del PD come Minervini, all’indomani delle elezioni, hanno affermato di provare un certo imbarazzo nel sedersi in Consiglio accanto agli imprenditori e allora perché hanno dato spazio agli imprenditori e non alle donne? Che senso ha predicare in un modo e comportarsi in modo diametralmente opposto?
A proposito degli assessori Esterni  poi, Vendola ha affermato di preferire cento assessori esterni ad un assessore ladro, come se per essere preferiti da Vendola e nella sua valutazione dell’onestà ha valenza il essere espressione dell’elettorato.
Perché non ha candidato le cinque donne assessore esterne, visto l’alta considerazione che ha di loro? Avrebbe qualificato la politica e la rappresentanza del popolo elettore. Viste le capacità e la loro qualificazione,  sarebbero state certamente elette con grande sollievo per le casse regionali e per le tasche dei pugliesi depauperate da aumenti di tasse e di accise per la benzina.
Basta con la demagogia, basta chiacchiere e poesie, serve senso di responsabilità. Vendola e compagni o amici o chiamiamoli come volete non possono prendere più in giro i pugliesi. Le donne ben vengano ma all’interno di un meccanismo elettorale che sancisca l’elezione di chi prende un voto in più dell’altro in una democrazia meritocratica e fondata sulla libera espressione del voto.
Anche con l’attuale legge elettorale si sarebbe potuto e si può ottenere un Consiglio regionale con i due terzi di rappresentanza femminile. Come? Facendo quello che non han fatto Vendola e il PD nel 2010: inserendo nelle liste elettorali le donne per i due terzi e gli uomini per un terzo. La Legge elettorale in vigore lo consentiva.

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