“Se l’Europa e l’Italia ritengono il populismo antieuropeo come una minaccia, lo sguardo non può rivolgersi al centrodestra e a chi ne detiene la leadership.
Il vero populismo antieuropeista è incarnato da Vendola, con le sue idee sul lavoro, con il suo fare del ‘tassa e sperpera’ e con l’ambizione sfrenata, egocentrica e narcisistica dell’io che contrasta con la necessaria capacità di interazione e di integrazione dei diversi livelli istituzionali .
E la prova è nella visione della politica tutta incentrata su se stesso o, al massimo, dentro i confini dello spazio di proiezione dell’ombra che cala dal proprio naso dimostrata nel contrastate quel dialogo con i centristi di Casini che Bersani auspicava.
Con le bizze e con l’ego non si può essere europeisti e con la chiusura nei recinti non ci può essere Europa e Vendola, purtroppo, i recinti li chiude anziché aprirli”.
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