L’ampia diffusione mediatica delle offese rivoltemi in Consiglio ieri dal presidente Vendola danno il segno dell’incapacità del Governatore di reggere il confronto quando lo si pungola sulle sue contraddizioni che lo portano ad agire sempre su un doppio binario.
Nello specifico, tentavo di fargli comprendere che su questioni di grande rilevanza la politica deve avere linearità di comportamento e di comunicazione, linearità che da quello che pubblicavano i giornali in merito ai dialoghi che Vendola intratteneva con la proprietà non si percepiva.
Avrò toccato un nervo scoperto? Penso proprio di sì ma ho riferito un dato pubblico.
Vendola non può pensare che si è uniti solo quando ci scambiamo reciprocamente complimenti, magari anche con ipocrisia. Si è uniti quando discutiamo di fatti e accadimenti e prendiamo atto di errori e passi falsi ed intraprendiamo insieme una nuova via del dialogo e del confronto.
A riguardo della tristezza in politica, la pensiamo diversamente. Per me la politica è triste quando fonda sulla falsità e quando tra quello che diciamo alla gente e quello che poi mettiamo in pratica c’è un mare di differenza.
Ed è un errore il suo recare offesa al suo oppositore in Consiglio, presidente del gruppo più numeroso in opposizione, perché uno che perde le staffe per un dato pubblico nella massima assise consiliare dimostra di non avere carisma e autorevolezza.
Sarebbe stato carismatico se con molta serenità mi avesse risposto sul punto dimostrando il contrario rispetto a quello che io affermavo ma, ammetta Vendola, sul quel punto non sapeva o non poteva rispondere.
Mi auguro che Vendola corregga pubblicamente le sue offese, non certo per me e per quello che rappresento in Consiglio ma per sé stesso, perché le offese in politica non si coniugano mai con la limpida caratura di un leader.
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..
Spiacente, i commenti sono chiusi.